The Gosh ‘Pineland’

(Autoprodotto 2008)

Una vena dark che mescola sonorità Ottanta à la Cure con le malinconie del metal di tonnellate di gruppi neo melò. Questo in sintesi il lavoro costruito in solitaria dal caparbio progetto del fantomatico Gosh. L’aggiunta di qualche synth tastieristico o fisarmonicistico completa il quadro sonoro che non si spinge verso le distorsioni del trash, bensì si mantiene su una moderata attitudine pop.

Le soluzioni confortanti all’orecchio (vedi l’accenno slow motion blues nelle strofe di The Last Thing o la citazione ai Red Hot in Circle) non risolvono in alcunché di sorprendente a parte gli spunti progressivi in Trespass e le chitarre à la The Edge in Single. Insomma, la voce ci sarebbe anche, con quel suo fare intimistico e se vogliamo un po’ emo, ma manca la produzione. Sicuramente un buon inizio che migliorerà uscendo dai riferimenti dei generi, cercando una strada più personale e sincera.

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Voto: 5

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Autore: taffey6977@gmail.com