(La Tempesta 2008)
Vasco “Vlad” Brondi, 24 ferrarese, è quello che si può correttamente definire un musicista atipico. Il suo progetto, dal quantomeno originale nome di Le Luci Della Centrale Elettrica, è infatti uno strano incrocio tra cantautorato acustico e rock à la CCCP (per altro citati nel testo di una delle canzoni, La Gigantesca Scritta COOP).
Musicalmente, lo strumento-perno intorno al quale ruotano gli arrangiamenti dei pezzi è una sei corde acustica, che Brondi sovente maltratta con uno strumming serrato, a tratti febbrile. Importante anche l’apporto dell’ex CSI Giorgio Canali, impegnato alla chitarra elettrica e co-produttore, assieme allo stesso Brondi, del disco.
Dal punto di vista del cantato e dei testi, lo stile declamatorio, il tratto criptico dei testi e la tendenza a coniare slogan che si ripetono come mantra, avvicinano il nostro a gente come Emidio Clementi (Massimo Volume) e Giovanni Lindo Ferretti, ma senza il piglio narrativo di stampo esistenzialista del primo (i testi di Brondi sono più simili a collage) o l’asciuttezza quasi da slogan pubblicitario e la veemenza politicamente militante del cantore dell’Emilia Paranoica. Ad emergere dalle parole del giovane songwriter sono piuttosto la noia, il desiderio di evasione (“Trasformiamo questa città in un’altra cazzo di città”, urla) e la nostalgia verso il passato (“I CCCP non ci sono più”).
L’LP non ha un attimo di cedimento: i dieci brani che lo compongono catturano l’attenzione dell’ascoltatore, immergendolo in un turbine di suoni e parole senza dargli alcuna tregua. A “Canzoni Dalla Spiaggia Deturpata” manca forse qualcosa per poter essere considerato un capolavoro ed essere collocato accanto a dischi come “Affinità E Divergenze” dei CCCP o “Lungo I Bordi” dei Massimo Volume, ma è pur sempre un ottimo lavoro, che mette in luce un talento assolutamente straordinario.
Voto: 8
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