(Schole 2008)
Giovanissimo, classe 1985, il giapponese Kosemura è anche il titolare dell’etichetta Schole, parola greca che grosso modo si traduce in “momenti ordinari”. Concetto assolutamente appropriato per dare un’idea del feeling di questa seconda opera dell’artista, prodotta dal più noto electronic mover Lawrence English rafforzato da un titolo quale ‘Tiny Musical’. In pratica la piccola bellezza nascosta nel quotidiano, nei piccoli gesti apparentemente insignificanti, in quei momenti che sfuggono tra le dita lasciandosi dietro un sapore agrodolce. Un velo di calda malinconia avvolge tutta la musica, delizioso incrocio di elettronica delicata che svolazza come una farfalla su un prato bagnato dal sole, e interventi acustici essenzialmente a base di piano e chitarra. Una sorta di folktronica, perfetta colonna sonora per un qualche triste pomeriggio domenicale trascorso dietro la finestra, con la mente che corre in lungo e in largo nel tempo trascorso, cercando di riafferrare attimi perduti per sempre.
Gran dispiego di melodie, che nella loro naivitè trovano la ragione stessa del loro esistere. Tutto molto, molto, cinematico, termine spesso abusato ma che qui calza a pennello. Se quanto esposto può apparire abbastanza stucchevole ed eccessivamente zuccherato, beh è proprio così, ma alla fine, forse meglio se somministrandosi piccole dosi, funziona abbastanza bene e non manca di regalare qualche momento nel quale è bello perdersi. Ad esempio nell’elegante Moon, piccoli movimenti del piano in slow motion capaci di ferire il cuore, ma anche in quel piccolo sogno dai colori pastello che è Light Dance-Home, con la melodica che piange di gioia. O ancora nel congedo in lacrime dell’emblematica Smile, quasi un omaggio ad uno come Brian Wilson, che sul dualismo gioia-dolore ha costruito un’intera (meravigliosa) carriera.
Voto: 7
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