(L’è Tutt Folklor Records/Narvalo Suoni/Crack Music Distro 2008)
Quale occasione migliore di ricordare l’importanza del papa che non recensire il nuovo album dei marchigiani Diorrhea? E, di nuovo, quale migliore occasione per tuffarsi in questo inquietante vortice di grindcore vomitato in faccia a velocità assurde?
La produzione adeguata e la buona tecnica della band rendono l’album, stranamente, ascoltabile anche a chi non pratica molto il genere. Riff taglienti e ritmi serrati la fanno da padroni, e di momenti di respiro ve ne sono davvero pochi nel corso delle ventidue tracce. Da sentire però è sicuramente Rito Propiziatorio che sembra proprio un pezzo dei Ramones andato a male.
La cosa più intrigante dell’intero album sono sicuramente i testi, largamente ironici e dissacranti; per tacere, poi, dei titoli delle canzoni, dove troveremo perle come Troppo Brutta per essere Scopata (il seguito morale di Too Drunk to Fuck?) e Tra la merda c’è anche il sangue e, da non dimenticare, Necrostupro.
Il gruppo insomma se la cava alla grande, e si fa ascoltare anche grazie alla varietà proposta all’interno del genere, senza comunque mai spostarsi troppo da violenza a manetta. Gran bel disco.
Voto: 8
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