(Hit Bit 2008)
Esordio sulla lunga distanza per i romani The Shadow Line, dopo diversi ep e svariati concerti al fianco di nomi importanti della scena indie danzereccia internazionale (The Others, These New Puritans, Test Icicles). E infatti non ci si allontana molto da questo universo, debitore del brit-pop in tutte le sue forme e del rock chitarristico anglofono dai Beatles in avanti. Kaiser Chiefs, Strokes e Bloc Party sono i primi nomi a saltare in mente.
Un ambito in cui molto è stato detto ed essere originali è veramente difficile. Tuttavia il disco è nel complesso coeso, scivola via piacevolmente e fa ondeggiare la testa di gusto. Se l’obiettivo era creare della musica da easy-listening, con ritornelli da canticchiare sotto la doccia o ritmi incalzanti da ballare sicuramente i nostri hanno fatto centro. Non ci sono eventi memorabili, ma meritano una menzione particolare il piglio più wave di One Shot Hit e Stoned, gli accenti più introspettivi di God Save My Soul, i ghirigori da videogioco anni ’80 che aprono Hi-Hat e le tastiere che infarciscono The Crash. Da qui si può ripartire per qualcosa di più fresco, che impedisca ai nostri di affogare nel marasma di gruppi mediocri che continuamente si avvicendano sulla scena indie-rock alla quale appartengono.
Voto: 6
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