(Autoprodotto 2008)
Sotto il moniker Delsaceleste si cela il cantautore milanese Marco Del Santo, che dopo l’ep “Sogni Di Sabbia” datato 2006 dà alle stampe questo suo primo full-lenght. Del Santo, nato musicalmente come polistrumentista, in questo album si limita alla voce e alla chitarra acustica, mentre il resto della strumentazione è affidato alla band Le Gemme.
È una musica soffice e lisergica, che non disdegna intrusioni in terreni più elettrici. Evidente l’amore per i Pink Floyd più intimisti e acustici, tra suggestioni prog e tentativi ambient.
L’album ha una struttura molto coesa: l’autore immagina un viaggio attraverso le stagioni, un viaggio non tanto temporale quanto emotivo e umorale, alla scoperta di luoghi che suscitino gioie e dolori sopiti.
In apertura e chiusura del disco due suite ambientali a-là Eno (Gocce Di Cielo pt.1 e Gocce Di Cielo pt.2) trasportano l’ascolto nell’universo ovattato e soffuso del disco. Parlo Un Po’ Con Me (e similmente Parlo Un Po’ Con Te) è stanca e sognante sveglia in un mattino tardo-invernale che si scioglie come neve al primo tiepido sole primaverile. L’accoppiata Primavera–Estate si sviluppa come un’unica lunga cavalcata rockeggiante in bicicletta tra brezze frizzanti e paesaggi liquidi e verdeggianti. Sogni Di Sabbia fa il paio con la seguente Una Luce – Sogni Di Sabbia pt.2 nel ritornare ad atmosfere più dimesse ma sempre toccanti e calorose. Autunno è uno sguardo malinconico ai ricordi delle stagioni liete, quando i primi venti freddi iniziano a correre lungo i viali ingialliti di campagna. E intanto il gelo e la pioggia sono tornati a coprire tutto in Inverno; e allora non resta che assaporare mestamente l’immobilità della stagione fredda.
Un lavoro che è quasi un concept, suggestivo per come è stato costruito e congeniato, ma musicalmente forse non molto originale. Un disco di ottimo impatto emozionale, se si cerca qualcosa di non troppo invasivo e impegnativo. Comunque un valido esordio.
Voto: 6
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