Proteus 911 ‘Where Roses Fall…’


(Chi-Qi 2008)

Li avevo quasi dimenticati, in maniera criminale mi vien ora da
pensare.
Li avevo lasciati alle prese, con le nevrosi elettriche
del precedente “Apòkrifos” (2003).
Albo quello,
complesso e nervoso, che procedeva per strappi emotivi, violenti ed
improvvisi.
Son trascorsi cinque anni da allora, ed in silenzio, i
Proteus 911 hanno intrapreso un percorso defilato, fatto di
assestamenti di formazione, e minuziosa ed originale evoluzione
stilistica.
Coraggio da vendere in questo mondo myspace, dove
cinque anni rappresentano un’eternità.
Ma l’hanno avuta
ragione loro.
“Where Roses Fall…” è delicato
puzzle emotivo, un gioco di sensazioni traslucide, di rifrazioni
luminosissime; una piccola gemma splendente in sostanza.
Le ferite
di “Apòkrifos” paiono definitivamente
rimarginate.
Ora, abbiamo a che fare con un gruppo dallo stile
raffinatissimo e deliziosamente sensuale.
Richiami post (rock,
punk o wave, fate voi…), sottili filamenti folk, lisergia rarefatta
con inclinazione da soundtrack.
Uno splendore, di quelli che ti
mangian le parole e ti stringono il cuore con dolcezza.
Ogni
singolo brano trafitto e pervaso da atmosfere di una lucentezza
siderale.
Registrato in un angolo di terra del Sud Italia, “Where
Roses Fall…”, è perfetta trasposizione dell’azzurro
intenso del mare che si perde nell’azzurro altrettanto intenso del
cielo.
Undici serene osservazioni del quotidiano, undici amorevoli
consigli gentilmente sussurrati all’orecchio.
Una sottile
connessione, fra (ipotesi), dei Massimo Volume meno aggressivi
(il cuore, è dalle parti di, La città Morta, o
Qualcosa Sulla Vita…), e la psichedelia opalescente dei
Breathless di Dominic Appleton (“Chasing
Promises” in particolare).
Nel mezzo, sopra e sotto,
richiami quasi cameristici, accenni e zoppicamenti blues, un
potenziale brano da top ten sognata/bramata (l’iniziale Senza
Sanguinare
, i Marlene come potrebbero/dovrebbero
essere).
E poi, poi, distese piane ed assolate, ed una gemma
acustica (The Heart Of The Winter), che ti si avvita nel
cervello e continuerai a fischiettare per giorni e
giorni.
L’albionica Chi-Qiproduce, ed è un
oltraggio, che in Italia nessuno si sia fatto avanti.
Fatevi
esplodere il cuore, con gli arpeggi liquidi di An Obscure
Fragility
, il fiato caldo soffiato fra le mani di Dresden-Berlin,
e poi rivolgete il viso al sole e chiudete gli occhi (Where Roses
Fall…
).
Ed osservare il ritmico gonfiarsi del petto
nell’altra parte del letto, è qualcosa che contemporaneamente
ti commuove ed induce ad urlare di gioia (Tears Of Evil e
Mornings).
Questo è il suono della pelle
consapevole, di altra pelle che si avvicina.
Questo è un
atto d’amore.
Criminale ignorarli.
Stretti nella morsa
dell’ultimo gelo invernale, ancora per poco.
Nel 2009 una lama
gentile accompagnerà l’arrivo della primavera.

Voto: 8

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