Utòpia ‘Utòpia’


(Autoprodotto 2008)

Mi giunge tra le mani, sprovvisto di note stampa o riferimenti web dove poter carpire qualche notizia biografica (a parte lo scarno sito web in costruzione), il disco dei tolentinati Utòpia (sembra si pronunci con l’accento sulla o…). L’artwork assai deprimente mi mette già in guardia, ma mi convinco che il fatto che si tratti di una produzione casalinga o comunque amatoriale possa incidere su questo aspetto. Senza remore inserisco il disco nel lettore. Ciò che ne esce è un pop-rock melenso e sbiadito, condito da spruzzate di tastiere molto eighties, testi abbastanza banali e voce che non graffia. Tutto suona già sentito, manca uno spunto veramente originale, qualcosa che li definisca univocamente. L’unico spunto che spezza un minimo la monotonia è la poesia accompagnata da piano e violino in apertura all’ultima traccia Favola, che affoga poi in una nuova nenia strappalacrime.

Cosa salvare allora? Tanta buona volontà, ma ci vuole ben altro.

Voto: 3

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