(Uk Division Records/Kick Agency/Andromeda Distribuzioni 2008)
La prima cosa che trovo estremamente sbagliata nel debutto della band romana Them Philosophy è proprio il titolo dell’album… a me sembra che la loro musica sia proprio l’azione prima del pensiero.
Infatti il loro sound è un pot pourri di tentativi di proporre qualcosa che vada al di là del mero crossover/nu e di guardare in altre direzioni. Sì, ma che in direzioni? La band stessa a proposito è un po’ incerta, vedere per esempio in Mother S. che parte quasi ska, si ferma, riparte metal… e boh, non va da nessuna parte.
I vocalizzi femminili di Elisa d’Andrea sono sicuramente all’altezza del compito, mostrando un ringhio piuttosto efficace, un po’ meno nelle parti più tenere. Problema maggiore è il suo accento inglese davvero NON all’altezza della situazione, risultando, a volte, un grammelot nel disperato tentativo di non incespicare su testi che vorrebbero essere ascoltati e ammirati, ma in realtà son poco più di un minestrone indigesto di pensieri banali espressi a casaccio.
Ciò non toglie che la tecnica musicale del trio che sta alle spalle della D’Andrea si fa ascoltare piacevolmente in diversi momenti, come Sense of Absence, la parte centrale di Vertigo e l’attacco funk di Where is the limit, mostrando che la band avrebbe le carte in regola per proporre qualcosa di buono.
Gioverebbero di maggiore direzione e controllo in tutto ciò che fanno; al momento chi s’era stufato dei Guano Apes può tranquillamente ignorare anche i Them Philosophy. Di buoni ‘spunti’ ne abbiamo piene le tasche, ogni tanto vorremmo anche un po’ di sostanza.
Voto: 6
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