(Anticon 2008)
Carezzevole. Delicata. Malinconica. Eppure a suo modo scoppiettante. Ed in un certo senso, “progressiva”: così può essere definita la musica degli Anathallo. Il combo americano (il cui nome deriva da un termine greco che significa “rifiorire ancora”) prosegue musicalmente lungo la stessa strada del precedente “Floating World” (2006), regalandoci altre dieci piccole perle pop.
Tracce come Noni’s Field, Northern Lights, The River, Sleeping Torpor, All The First Pages, John J. Audubon, Bells e Tower Of Babel si rivelano come un’originale ed articolata miscela di ritmi spezzati, suadenti incroci vocali, orchestrazioni eleganti e interventi di chitarra e fiati sempre misurati – il tutto all’insegna di una dolcezza e di una nostalgia che non scivolano mai nell’autoindulgenza. Volendo fare un nome, si potrebbe tirare in ballo l’eccentrico Sufjan Stevens, ma si rischierebbe di essere fuorvianti: la musica dei nostri non ha nulla di derivativo, anzi.
Merito, questo, del leader, il cantante e multi strumentista Matt Joynt e degli altri sei componenti della formazione del Michigan, ovvero Danny Bracken (chitarra, percussioni e voce), Seth Walker (basso e voci), Jeremiah Johnson (batteria, percussioni e voci), Bret Wallin (trombone, percussioni e voci), Jamie Macleod (flugelhorn, percussioni e voci) ed Erica Froman (voci, percussioni ed autoharp).
Secondo capolavoro della discografia degli Anathallo, “Canopy Glow” è un lavoro che non lascerà indifferenti gli amanti del pop più ricercato ed elegante.
Voto: 8
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