Simon Kuper ‘Calcio e Potere’

Anche se con un ritardo di 14 anni l’era del new football writing arriva anche qui da noi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di Sergio Eletto

elettosolare@yahoo.it

«Molto semplicemente, il calcio è uno strumento troppo utile alla comprensione del mondo perché se ne possa fare a meno.»

Leggendo una frase del genere si capisce con certezza che il mondo del pallone per Simon Kuper è cosa seria, rientrando appunto in quel rango di strumenti indispensabili per porre mano ad una ricerca sociologica.
“Football Against The Enemy” (“Calcio e Potere” nella versione italiana per Isbn) esce e rivoluziona per la prima volta i parametri del giornalismo d’inchiesta (para) calcistico nel 1994. Si tratta di un diario on the road che l’allora freelance Kuper redasse per un biennio durante i suoi viaggi più ‘assurdi’ in giro per il Villaggio Globale. Va considerato in assoluto il periodo storico saturo di cambiamenti epocali, soprattutto europei, in cui Kuper decise di muoversi. I primi ’90, la cortina di ferro che si sgretolava in mille pezzi, portandosi con sé muro di Berlino, regimi sovietizzati, ateismo di stato, anni di soffocante repressione. Sarà proprio da Est che salperà questo lungo racconto, venato non poco di spirito goliardico e con passaggi al confine tra surreale e grottesco. Simon praticamente si reca dappertutto: la nuova Russia, la liberata Ucraina, le Repubbliche Baltiche, l’Ungheria, la Germania riunificata appena dieci mesi dopo. Non credo sia facile apprendere per altre vie (testi o documentari che siano) storie che vedono tifosi divenire negli anni, grazie alla propria fede calcistica, convinti dissidenti del regime che li sovrasta. Personalmente, mi è tuttora difficile credere che la vita ad Est del muro per un tifoso dell’Hertha Berlino (il team ‘occidentale’ della parte nemica) fosse quotidianamente un incubo a tutti gli effetti, fatto di continui impedimenti e di violazioni a non finire da parte della Stasi. Un’incomprensibile ‘grande fratello’ che segue ossessivamente i tuoi movimenti, che sa prima di te quali saranno tutti gli incontri del campionato, le partite di coppa, persino le fortuite gare-amichevoli cui punterai con la tua presenza.
Il giovane Kuper, al contempo, si lascia andare verso un’analisi che tenga conto anche del presente, e che faccia bene attenzione a quella sfilza di cambiamenti economico-finanziari e di comunicazione, che sempre in quegli anni hanno scosso alle fondamenta, e aggiungerei tristemente, il mondo del pallone, facendolo divenire il paradiso dorato e plasticoso di adesso, quell’orbita di mondanità e speculazione che con lo sport con la S maiuscola ha davvero poco a che fare. Un paesaggio che Alberto Piccinini nell’introduzione italiana non lesina a definire come «ballardiano». In sintesi: possono cambiare le casate ma i giochi di potere su questo sport non tramontano mai. Quando c’era di mezzo un totalitarismo la corruzione passava come logica questione di stato, con l’occidentalizzazione selvaggia, la corruzione è immutata, persino triplicata ma va a scontrarsi con una realtà (diciamo) contrapposta, fatta di trabocchetti, di business, di mafia.
Un’altra chicca è apprendere di come il soccer negli States sia divenuto nell’ultimo decennio uno sport sicuro e rassicurante per le famiglie borghesi d’oltreoceano. Evento strano per un paese dove il calcio è sinonimo di alieno. Parecchie assicurazioni sono arrivate addirittura a sponsorizzare ingenti campagne pubblicitarie sul tema, al fine di invogliare la gente a stipulare costose polizze sulla vita e sulla sanità.
A questo punto, ditemi voi se il calcio non è una cosa seria.
“Calcio e Potere” è un National Geographic in salsa antropologica sul pallone e sugli (impensabili) mondi che lo contengono/contendono.
Benvenuti nell’era del New Football Writing!!!

Link: Editore Isbn Edizioni