(Autoprodotto 2008)
Quattro anni di vita per i pesaresi Montezuma e primo ep autoprodotto. Sei tracce sferraglianti e potenti, tra post-hardcore e grunge con accenni post-rock, oscure ma non tristi, potenti ma non violente.
Il Dono Di Un Cuore apre il dischetto su ritmi punk-hardcore rivisitato ai tempi del post-rock che, come ho letto giustamente da qualche parte, ricorda vagamente i Paramore (e non è che sia sto gran complimento…). Dopo questa partenza un po’ scialba, Lenta In D cambia marcia: il passo si fa soffocato, per poi esplodere in una gioia oscura, accompagnata da una tromba liquida come quella degli ultimi Meganoidi; sicuramente la traccia migliore dell’album. Segue Cenere, ritmo sostenuto e, sorpresa, un cantato incazzato ma non graffiante, con una ricerca della melodia che mancava nelle precedenti tracce. Scenari Immutabili torna ad essere solo strumentale, ma non lascia il segno in modo particolare. In Suono Delle Reazioni il chitarrista Guccio ritenta la strada del cantato ma l’impressione è che la ricerca della melodia nei testi banalizzi il tutto; inoltre l’accento romagnolo è fin troppo evidente. Chiude il lavoro Stimoli Di Luce, dieci minuti di post-rock senza grosse variazioni sui temi già proposti.
Un lavoro che non osa e non incide, senza infamia e senza lode, troppo poco per emergere. Si potrebbe partire dall’interessante Lenta In D, il resto non è esaltante.
Voto: 4
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