Di Marco Loprete
Capita raramente di imbattersi in un libro tanto divertente come questo “Il Vangelo secondo Biff”, dell’americano Christopher Moore. L’autore, già noto ai bibliofili per il precedente “Un lavoro sporco”, altro romanzo cult pubblicato in Italia nel 2007 sempre dalla Elliot, ha realizzato uno di quei libri destinati a non essere dimenticati, grazie al suo formidabile mix di invenzione fantastica, ironia e tenerezza.
Nel racconto della vicenda di Levi detto Biff, «amico d’infanzia di Gesù», riportato in vita dopo duemila anni per scrivere la propria versione della storia del figlio di Dio dalla nascita fino alla crocefissione (i Vangeli ufficiali, infatti, tacciono sui primi trent’anni della vita del Redentore), si mescolano abilmente Woody Allen e Neil Gaiman. Il risultato è una biografia apocrifa di Gesù assolutamente surreale, tra miracoli, viaggi in Oriente, angeli maldestri, combattimenti di kung-fu e amori non corrisposti (quello di Biff per Maddalena – o “Maddi”, come ama farsi chiamare – e quello di quest’ultima per Gesù), il tutto badando bene a donare al Cristo una dimensione assolutamente umana, terrena: il figlio di Dio, infatti, non lesina botte ai coetanei, dice parolacce, usa il sarcasmo a profusione e nutre una profonda curiosità verso il sesso.
Occhio, tuttavia, a pensare che questo sia un libro antireligioso: si tratta, come avverte lo stesso Moore nella postfazione al volume, di una semplice storia, scritta senza la «pretesa di far cambiare religione o prospettiva a nessuno». Detto ciò, le concessioni rispetto ai Vangeli canonici e le inesattezze storiche vanno prese per quello che sono: semplici licenze poetiche.
In un periodo di intolleranze, guerre e fanatismi religiosi di ogni segno, lo sguardo ironico di Moore sull’argomento è proprio quello che ci vuole.
Link: Editore Elliot, 2008