Di Alessandro Gentili
Nell’immortale Catania rock, frutto di fornicazione clandestina tra Jasminshock e Jerica’s, nascono gli Ultravixen: rock’n’roll, garage, noise, punk-rock… a voler essere chiari, carta vetrata in musica.
Usciti a inizio anno per Wallace Records col loro album d’esordio “Avorio Erotic Movie”, quella che segue è una breve chiacchierata informatica con Alessio, chitarra e voce della band.
Ciao ragazzi, allora… come stanno andando la promozione del disco, i live, la risposta del pubblico?
Direi benone! Abbiamo avuto l’attenzione di buona parte della stampa specializzata con recensioni molto lusinghiere, che per noi sono importanti come biglietto da visita per i live show! Stiamo suonando molto, in giro per l’Italia. Siamo praticamente impegnati quasi ogni settimana. La risposta più intensa ed importante per noi è proprio durante i concerti che sono sempre l’occasione per far ballare le persone presenti (sempre più numerose) e vendere un bel po’ di dischi. Ci piace osservare le reazioni che crea la nostra musica, il nostro impatto sulle persone… l’altra sera in un club ci siamo stupiti di vedere signorine un po’ “fighette” (fuori quindi dai nostri giri abituali) scatenarsi al ritmo della nostra musica, sembra che l’energia di UvX riesca ad arrivare ad un target più ampio di quello pensavamo.
Parlando del disco si è detto di tutto e di più a proposito dei diversi generi che trovano spazio nel vostro sound: ma voi, da chi vi sentite veramente influenzati, che gruppi vi vengono in mente quando vi ascoltate?!
Blues Explosion, Shellac, bla, bla, bla,… beh it’s possibile! sono band che abbiamo ascoltato e masticato per anni!!!
E comunque, meglio essere paragonati a loro che ai AbbA, no? Pensa che qualcuno, estremamente acuto ha scritto di avere sentito anche “echi” di Jasminshock… ma va…!? Noi suoniamo punk-r’n’r, nel senso che abbiamo una certa attitudine! Ma non ci poniamo un obiettivo di genere. Credo che “Avorio Erotic Movie” sia un album caratterizzato da un suono “tosto e valvolare” e che a livello compositivo sia un’elaborazione sintetica degli ascolti e delle influenze mie di Mr. Jamaika e di *Fabulous* (r’n’r, garage, wave, punk).
Si è parlato molto di questa città, Catania, che continua ad essere un centro importante, in Italia, dal punto di vista musicale: quali sono secondo voi i motivi, come mai continua a sfornare band tanto valide? E, oltre a voi, che nomi ci consigliate di tenere particolarmente d’occhio?
Catania è una città “viziata” e contemporaneamente “deprivata”. E’ infatti un luogo stupendo con il sole per 9 mesi, il mare, l’Etna, il buon cibo, ecc.., ed allo stesso tempo è un posto abitato da moltissimi “ignavi” rassegnati a piegarsi al “padrone” del momento. Questa continua tensione provoca inevitabili reazioni emotive nelle persone dotate di una “certa” sensibilità, che usano la musica per comunicare in modo “libero”. Poi, alcune sonorità si prestano meglio di altre ad accompagnare sentimenti “forti”. Ci piacciono gli H-cb, i Fromm ed i siracusani/fiorentini Jack Pine.
Che differenze notate rispetto ai vostri gruppi precedenti, Jasminshock e Jerica’s, non tanto a livello musicale, quanto all’ambiente intorno? C’è più o meno interesse della gente? E’ più divertente ora o prima?
La situazione rispetto a 5-6 anni fa è molto cambiata: ci sono meno posti per suonare, la gente va meno concerti, si vendono meno dischi, bla, bla, bla… e questo lo sappiamo già! …allora, forse, bisogna capire il perchè. Un fattore determinante, secondo me, è che oggi qualsiasi “coglione” compra un MacBook ed una scheda audio e “suona” o imbraccia una chitarra acustica scordata e canta della sua depressione, insomma oggi c’è un surplus di proposte musicali!!! Il web poi, amplifica il fenomeno, in giro c‘è tanta “musica”, ma quanto di buono veramente hai sentito ultimamente?! E poi in Italia, oggi ancor più di prima, è veramente difficile, se non canti in italiano sei letteralmente tagliato fuori da certi circuiti… soprattutto quelli frequentati dai “paladini” della nuova scena “underground” italiana…
Che ne pensate della Wallace? Ho notato che Mirko Spino sta spingendo molto il disco in quanto a promozione e pubblicità…
Conosciamo Mirko da più di 10 anni e la Wallace è l’etichetta discografica che abbiamo pensato sin dall’inizio. Mirko ha fatto la stessa cosa. Prima di registrare l’album, avevamo già parlato della possibilità di lavorare insieme. Apprezziamo molto il lavoro che sta svolgendo, avere il sostegno di qualcuno che si stima molto, credo sia una delle iniezioni di energia più potenti che una band possa avere!
Ho letto da qualche parte che presto partirete per un tour all’estero: dove di preciso? Come riuscite a conciliare la vita on the road e sul palco con i vostri lavori (se vivete di musica non ve lo chiedo nemmeno…)?
I ragazzi di Cotton Fioc (la nostra Booking Agency) stanno lavorando per mettere su delle date in giro per Europa, di sicuro Inghilterra, Spagna, Germania e Francia. Coniugare la vita da musicista con i nostri lavori è una questione che abbiamo risolto a monte. Infatti ognuno di noi ha creato una condizione lavorativa che consente “facilmente” di sganciarsi… a scapito del guadagno, che ovviamente ricompensiamo con i lussuriosi cachet percepiti grazie ai nostri live-show!!!
Un’ultima domanda: quando vi vedremo a suonare nelle Marche?!
Speriamo prestissimo!!! abbiamo suonato 2 anni fa a Recanati grazie agli amici Dadamatto, la nostra Agenzia “Cotton Fioc” è avvisata: priorità n.1 Marche!!!
E Tu ci puoi aiutare?!