(RV 2007)
The Remote Vievers è un trio di sassofonisti improvvisatori formato da David Petts, Louise Petts e Adrian Northover attivo dal 1999 al 2003, che ha inciso sei album nei quali ha unito uno spirito avanguardistico e sperimentale ad atterraggi in territori prettamente pop attraverso i testi di Berthold Brecht assemblati con cover di brani di Madonna e Portishead, tra gli altri. Ritornano adesso dopo quattro anni con questo box di cinque cd, in tiratura limitata a 200 esemplari, acquistabile sul loro sito. L’opera si mostra sfaccettata e articolata, con un bilanciamento diverso delle parti e dei ruoli tra i vari musicisti, infatti nel primo disco ‘October Rush’, la formazione comprende Jon Dobie alla chitarra e John Edwards al contrabbasso, membri dello storico collettivo B Shop For The Poor, Sue Lynch al flauto e Glenn Gupta e Dave Tucker all’elettronica e Adrian Northover che si cimenta nel sassofono alto e nel soprano. Il cd si compone un unico brano di improvvisazione collettiva magmatica e materica di quasi quaranta minuti che fluttua nel mare sonico. Il secondo cd intitolato ‘The Art Of Empire’ vede la formazione composta da David Petts al sassofono tenore, Sue Lynch questa volta al sassofono tenore, Caroline Kraabel al sassofono contralto, Adrian Northover al sassofono soprano e contralto, Darren Tate, Glenn Gupta e Dave Tucker e di nuovo Adrian Northover all’elettronica. Il disco, che rielabora alcune tracce presenti nel terzo disco, presenta composizioni di David Petts che si amalgamano ricreando ambienti dark che sarebbero perfetti in una compilation di ambient isolazionista, lugubri scenari angoscianti resi matericamente stabili dai sax del quartetto, composizioni che scandagliano nei recessi della psiche. Il terzo cd intitolato ‘An Affair Of Cyphers’ con David Petts al sassofono tenore, Sue Lynch al flauto e al sassofono tenore, Caroline Kraabel al sassofono contralto e al sassofono baritono, Adrian Northver al sassofono soprano e all’elettronica e John Edwards al contrabbasso si presenta come una sequenza di brani che si succedono e si compenetrano in un intercalare dove i sassofoni la fanno da padrone, fornendo all’ascoltatore una sorta di muro di suono “alimentato a fiati”, una prova positiva dello stile compositivo che contraddistingue la scrittura di Petts, peculiare per il sassofono. Il quarto cd intitolato ‘The Fiction Department’ vede il trio originale all’opera cioè David Petts al tenore e all’elettronica, Louise Petts, presente solo in questo disco, alla voce, sassofono contralto e all’elettronica, Adrian Northverp al soprano, all’autoharp e all’elettronica. Quest’album definito dalla formazione il naturale prosieguo dell’album del 2003 ‘Sudden Rooms In Different Building’ mostra il trio alle prese con la classica forma canzone, in cui la stupenda voce di Louise Petts si eleva e svetta per estensione e colore, interagendo perfettamente con l’elettronica e i sassofoni. Il quinto ed ultimo cd intitolato ‘Situations’ vede il solo Adrian Northover al sassofono soprano che in una lunga suite suddivisa in vari capitoli tra cui la cover di Cole Porter What is this thing called love si muove su territori improvvisativi “contaminati” da un uso massiccio di rielaborazioni e processamenti del suono che dilatano la percezione dell’ascolto e intrigano l’ascoltatore. Un ascolto impegnativo ma appagante e consigliato per chi ci si voglia cimentare.
Voto: 8
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