(Fratto 9 under the sky/Lizard 2009)
Per gli appassionati delle sonorità che negli anni ’90 sono nate a Chicago e che erano in cerca di un’evoluzione del post rock, la soluzione sono gli Illàchime quartet.
Questo è un progetto nato attorno a Fabrizio Elvetico (pianoforte, elettroniche, basso elettrico) e Gianluca Paladino (chitarra e campionamenti), napoletani, che attualmente, per formare il quartetto, si sono fatti affaincare da Pasquale Termini (violoncello e sintetizzatore) e da Agostino Mennella (batteria ed elettroniche). A questo disco, inoltre, hanno collaborato diversi musicisti internazionli, tra cui Mark Stewart, voce storica dei Maffia e del Pop Group e Graham Lewis, voce e basso dei Wire.
L’evoluzione del post rock in questo disco si struttura in una musica da camera molto complessa e variegata, con continui cambi di registro stilistico, trovate cerebrali e avvolgimenti musicali. La musica da camera è qui intesa, non solo grazie a strumenti classici come il violoncello e il pianoforte, ma soprattutto, in virtù di un’elettronica che crea gli ambient sonori, o meglio dei tappeti su cui poi gli altri strumenti delicatamente o bizzarramente si lasciano andare a circumnavigazioni improbabili.
A volte il post rock si fonde o lascia spazio a derive jazz (Bottom sea engine), altre si intravedono le fredde sonorità tanto care ai Battles (Ballrooms).
La musica di questo brillante quartetto si sposerebbe molto con il cinema, data la visionarietà di cui è intrisa, ecco a questo disco, ciò che manca è proprio un film, magari di David Lynch.
Voto: 8
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