(Cut Records/L’Altoparlante 2009)
Gli Hueco sono è una creatura a due facce di stanza a Napoli, composta dal cantante Vittorio Esposito e il polistrumentista – poeta Nino Velotti. I due si dedicano ad un pop elettronico introspettivo, oscuro e citazionista che oscilla tra Depeche Mode e i classici della musica pop italiana, senza disdegnare scorribande new wave e pulsioni vagamente beat. Ne esce un disco dalle sonorità variegate, teso tra passato e futuro, scintillante nel suo ostentare una perfezione stilistica talvolta eccessiva: una pulizia “artificiosa” che rende il tutto a tratti un po’ finto, senz’anima.
La breve ouverture E’ apre il disco su melodie arabeggianti che anticipano la successiva La Mia Festa, pop – rock danzereccio dark un po’ Siouxsie un po’ italo – disco. La Terra E La Luna vira verso un pop elettronico raffinato e delicato che tuttavia conserva in nuce il lirismo di Claudia Villa inserendolo in un contesto sintetico che lo sospende in un mondo etereo e soporifero. È La Mia Voce pesca più avidamente nel mare della tradizione italiana, accompagnando la melodia con archi classicheggianti e una moltitudine di voci che emergono e affogano nel mare delle sensazioni. Un Attimo si regge su un beat ballabile che fonde Battiato e Moroder intingendoli in una oscurità criptica. Gioca… è un breve intermezzo di nuovo arabeggiante che introduce L’Angelo Custode, sottile ballata sognante e turbata. Magnifica Ossessione rimane in ambito synth – pop, tra ritmi lontanamente r’n’b in slow motion. Felice Per Nulla mette in campo un beat frenetico surreale, una sorta di canzonetta anni ’50 depotenziata del suo sentimentalismo melenso nell’acido elettronico dei sintetizzatori che rappresenta una sorta di oasi solare all’interno dell’album. Stella Cometa torna ad atmosfere più cupe, cantando la paura dell’abbandono in salsa electro – psichedelica. Magnifica… supera l’impasse guardando di nuovo lontano, verso lidi orientaleggianti, a suggerire il viaggio come via di fuga dalle nostre paure. La Sirena E Il Pescatore continua a ostentare gli influssi esotici di cui sopra, soprattutto nella ritmica, lasciando poi il passo alla traccia conclusiva Gioca Il Mondo, pop esasperatamente radiofonico nella ricerca del ritornello a effetto.
Un disco di alti e bassi, che batte tante strade con risultati alterni. Un lavoro dal corpo italiano ma dalle vesti internazionali, che suggerisce evoluzioni interessanti da tenere d’occhio. Forse la scelta di Gioca Il Mondo come singolo non è delle più felici a parere del sottoscritto, perché non mette in luce lo spirito crossover del duo, spingendolo verso l’omologazione agli stilemi del pop tradizionale. Non è quella la direzione da seguire per emergere, ma quella della sperimentazione e la contaminazione che ha già dato in questo lavoro risultati pregevoli (La Mia Festa, La Terra E La Luna, Felice Per Nulla). Aspettiamo e speriamo.
Voto: 6
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