(Black Fading Records/Code 7/Alkemist Fanatix Europe 2009)
Comincia in maniera davvero promettente ‘Knowledge of Another Sun’, e se è la prima volta che si ascolta il nuovo album dei napoletani Mustywig, ci si potrebbe aspettare davvero di tutto da quest’inizio. Poi dopo un paio di minuti comincia The Conjury of Silence, seguita da Au Revoir, e la realtà diventa abbastanza evidente: KOAS punta a essere poco più che un album di alternative metal.
Un po’ di goth lì, un pizzico di A Perfect Circle là (o perfino i Tool nella lunga introduzione glaciale di 2012), elettronica (che avrei preferito lasciassero a casa) e il risultato è che tra le dodici canzone dei nostri di carne al fuoco se ne trova proprio tanta. La produzione e la tecnica del gruppo, poi, portano avanti il loro messaggio in maniera piuttosto precisa e non è arduo farsi coinvolgere.
Per questo mi dispiace non poter comunque promuovere pienamente il lavoro della band, secondo me sarebbero davvero in grado di far proprio dei pezzi eccellenti come Area51 e la seguente semi ballata Everything Turns to Dust; ma non riescono a mantenere la stessa qualità per tutto il corso dell’album.
E’ chiaro che i nostri odiano essere bloccati in uno spazio musicale definito e cercano di scappare a ogni tentativo d’inquadrarli; cosa che personalmente apprezzo, se fatta con la dovuta razionalità. I Mustywig, invece, ogni tanto si mettono a provare cose un po’ a casaccio e la qualità globale di ‘Knowledge of Another Sun’ ne soffre.
Comunque si tratta di un album piuttosto interessante, che remunera ripetuti ascolti e l’attenzione dell’ascoltatore. In ogni caso mi sento di consigliarli, non capitano spesso proposte così stuzzicanti.
Voto: 7
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