(Intonarumori/Kipple Officina Libraria 2008)
“Questo secondo album dei Livido è dedicato a chi non ha superato la paura, ed è ancora terrorizzato; a chi cambia idea di continuo; a chi credeva di avere ragione”.
Nuovi incubi tornano ad affollare le menti del duo milanese, che ce li riversa addosso nel relativamente nuovo (giugno 2008) “Milano non è romantica”, seguito dell’omonimo esordio datato 2003.
La proposta essenzialmente non cambia, solita elettronica lo-fi e lo-pretese a far da fluido vettore per testi astrusi da ipnosi psicanalitica, che raggiungono vette malate nella title track, tra disquisizioni linguistiche, rigurgiti di rancore frenato e incesti tra enalotti e totocalci, nel mantra ossessivo di Pentimento e di Sciamani, nel fake-rap di Homo Sapiens in estinzione, ed infine in Ricetta (rifatta) e Il farmacista, ricche di personaggi che non stonerebbero in un film di Lynch.
Reading/sfoghi (Poeta postumo), improbabili zapping radiofonici (Santa Fé) e melodie dance da universo parallelo (Se ti tagliassero a pezzetti) completano questo viaggio tra i meandri più oscuri della psiche tanto che, come loro stessi affermano, “se sei sincero, ti caghi sotto”.
Trip nero, di certo non è piacevole, di certo fa effetto.
Voto: 7
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Autore: alealeale82@yahoo.it