(Domino Recordings 2009)
A giudicare dall’ascolto di “Begone Dull Care”, terza fatica dei Junior Boys, si può tranquillamente affermare che titolari del progetto, Jeremy Greenspan e Matthew Didemus (subentrato subito dopo la realizzazione del primo demo all’altro fondatore del duo, Johnny Dark), siano tra i più interessanti nomi dell’odierno pop elettronico.
L’album, ispirato all’illustratore e regista Norman McLaren, propone otto lunghe tracce (quasi tutte sopra i sei minuti), all’insegna di un’elettronica scarna, minimale, dal mood malinconico e riflessivo, che sembra aver fatto propria alla perfezione la storia del synth-pop meno corrivo (un nome? Depeche Mode).
Algide meditazioni robotiche (Parallel Lines), tentazioni funky (Bits & Pieces) e soul (Sneak A Picture), momenti più intimi (What It’s For) e concessioni alla nostalgia eighties (Work e Hazel) sono gli ingredienti caratteristici dell’album, un lavoro che forse non abbaglia per originalità, ma che dimostra una classe assolutamente invidiabile e che, ad ogni modo, è qualcosa di molto diverso da un semplice esercizio di revival.
Voto: 8
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