@Circolo degli Artisti Roma 15/7/2009
Di Francesca Catalini
Nella calda notte romana un bel gruppetto di gente variopinta s’è ritrovata al Circolo degli Artisti per quello che già sapevano un bel concerto. La domanda nasce spontanea: perché un gruppo d’indubbia bravura come i Mercuri Rev continuano a suonare in piccoli venue quando sicuramente potrebbero avere un pubblico più vasto?? (duecento persone, se non di più, hanno tranquillamente riempito la piccola sala) Che sia una loro decisione per mantenere quell’atmosfera e quell’intimità con il pubblico che si addice alla loro musica?? O il manager non sfrutta tutte le occasioni? Rimanendo nel dubbio, dopo aver aspettato che tutti si riunissero intorno al palco, la band si è presentata annunciandosi con un video proiettato sulla tenda che fa sfondo al palco, con immagini dei giorni nostri e dei giorni andati, mentre durante i vari brani, si sono alternati giochi con le luci e video di disegni astratti (come quelli dell’avanguardia). Se non sapessimo che è americano, giurerei che il cantante Jonathan Donahue è un elfo irlandese o scozzese vestito di nero con bottiglia di vino in mano. E anche la psichedelica musica conferma questa prima sensazione. E lui non la smentisce di certo questa sensazione con i suoi voli (muove le braccia come fossero ali) e viaggi astrali. Non sappiamo dove sia andato ma è facile farsene un’idea, basta lasciarsi trasportare dalla densa atmosfera creata dalla musica, un suono perfettamente omogeneo e in perfetta sintonia con il tutto, mentre Donahue emana positività con ironia con la sua voce ‘luminosa’. Molte delle canzoni erano dall’album ‘Deserter’s Songs’ del ’98 e alcune da ‘Snowflake Midnight’ del 2008. Sicuramente se Kapranos avesse bisogno di qualche lezione per meglio entrare nel mondo dell’elettronica (come sta facendo in questo ultimo album), gli consiglieremmo un ‘giro’ con i Mercury Rev.