(Autoprodotto 2009)
Terza uscita in cinque anni per i Dot, band forlivese che ricordiamo da quando due anni fa diedero alla luce l’Ep omonimo, sempre autoprodotto, in cui i nostri si presentavano con una forma allineabile al new metal con una spiccata propensione per ammiccamenti più pop.
Un biennio dopo la miscela non appare rivoluzionata, anche se una maggiore maturità si denota ben presto: l’ingresso nel disco è al fulmicotone con Road By My Side, hard – rock abbastanza ordinario, ruvido e ben suonato ma senza grossi sussulti. Liquid – Fi allenta il ritmo ma la sostanza rimane la stessa, anche se la prima parte vagamente sognante prometteva molto di più. Roses si disperde in atmosfere cupamente eteree non lontane da certi Verdena. Perspective inizia tra gorgoglii sferraglianti e chitarre che fluttuano tra assoli manieristici che annoiano alla lunga. Moody convoglia la vena metallica della band nei meandri di un rock più tradizionale dilatato e alla ricerca della melodia. Manhattan guarda quasi al post – rock, ma sempre mantenendo un chitarrismo esasperato. Chiude il disco Try Again, ennesima agonia in slow motion che passa senza lasciare traccia.
Un lavoro anonimo, che pur se denota un’evoluzione non lascia un segno apprezzabile. Oltre il primo ascolto non si percepisce quell’irresistibile voglia di riascoltare il disco. Piatto, senza mordente, ai Dot manca ancora qualche passo verso la maturità.
Voto: 5
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