(Locomotive Records/Alkemist Fanatix Europe/Frontiers 2008)
Era parecchio tempo che non mi capitava sotto mano una band russa da recensire, posto che mi sia mai capitata ovviamente. E non è con molta sorpresa che ho scoperto che i Grenouer fanno metal, e non certo epic o thrash, ma bensì uno stile tra death metal e qualche inserimento nu che ricorda molto più i Meshuggah che altri gruppi più mainstream.
Il paragone è senza dubbio calzante quando si sentono riff e accelerazioni come quelle che trovate su Finding The One o la coinvolgente Addicted to You, anche se va preso con un pizzico di sale. Sì, perché l’approccio del gruppo di Perm non è certo al livello di tecnica del gruppo americano, ma bensì più frammentario e meno fluido nel proporre le canzoni.
Tant’è che alla lunga la qualità si rivela abbastanza uniforme e non si trovano grandi sorprese nel corso di ‘Lifelong Days’, risultando un album di qualità granitica e produzione curata, ma che non porterà enorme soddisfazioni ai grandi appassionati del genere.
Migliori risultano i pezzi più continui come The Unexpected, in cui la componente ‘nu’ ha la meglio, e il gruppo russo riesce ad esprimersi su livelli molto più convincenti. Si notano insomma lati su cui c’è più di lavorare, soprattutto se i Grenouer hanno intenzione di continuare nello sperimentare ritmi più impegnativi come negli altri pezzi. Risulta invece troppo formulaica Employed Beggar, che spezza con un ritornello melodico che ricorda stranamente una pallida copia dei vecchi Cynic.
Tutto sommato una buona prova, ma ritengo ci si possa aspettare di più.
Voto: 7
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