(GoDown Records/Audioglobe Distribuzione 2009)
Arrivano, o forse dovrei dire ‘tornano’, i milanesi Veracrash, gruppo che qualche anno fa aveva fatto parlare di sè riuscendo a eccitare non pochi tra addetti ai lavori e ascoltatori. Poi una pausa piuttosto lunga, di cui non si hanno gran notizie ed eccoli di nuovo tra noi.
Normalmente tendo a diffidare di quanto leggo in giro, soprattutto se riguardano nuove scoperte italiane che ‘spaccano il mondo’, ma stavolta bisogna ammettere che il materiale c’era eccome. Sì, perché la band milanese fà sul serio, non è solo mero hype, c’è grande sostanza nella mezz’ora di ’11:11′.
Un primo riferimento per inquadrare ciò che ci propongono i Vercrash sarebbero probabilmente i Queens of the Stone Age, ma è solo un punto di partenza da cui il gruppo costruisce. Stoner, psichedelia e forte attitudine sludge sono elementi che la band amalgama a piacimento, risultando pregevole sia in momenti strumentali come l’ottima Snakes for Breakfast, sia in pezzi più diretti come l’assalto quasi-metalcore di Beyond the Grave.
Sentendo questo album veramente capisco cosa avrei potuto dire in quei casi in cui qualcuno mi ha fatto ascoltare qualcosa della sua band e non son riuscito a dirgli cosa ci fosse ‘che non andava’. La band milanese ha talento, e non è cosa che si compra al mercato. Lo esprimono nel songwriting fluido, nei cambi di ritmo, nei riff spaccacollo. E’ uno di quei pochi rari casi in cui bisogna esser grati a questo lavoro, che ti porta ad avere la fortunata possibilità di conoscere e ascoltare una band che altrimenti perderesti.
Non esagero mica, di questi tempi trovare qualcosa che sia degno di tenere sveglia la nostra attenzione per mezz’ora è cosa ben preziosa, quindi quando capita bisogna anche fermarsi e apprezzare.
Per cui non starò certo qui a fare l’autopsia a ogni singola traccia o a cercare band simili per farvi capire. Se volete della maledetta grande musica DA ASCOLTARE, i Veracrash fanno per voi. Tanto vi dovrebbe bastare.
Voto: 8
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