(Kipple Officina Libraria 2007)
Dalle distese spaziali del disco d’esordio agli abissi, il terzo lavoro a nome Krell è un concept sulle acque profonde, esplicito sin dal nome: una rappresentazione digitale di quella miriade di echi e rumori che si celano dietro un silenzio e un’immobilità solo apparenti, melodie ovattate non colonna sonora, ma protagoniste del blu profondo.
Riverberi sui toni bassi e sibili ultrasonici tinteggiano composizioni che spaziano dalla pura ambient aritmica (Whales cry) a episodi dalle nervature technoidi quali l’iniziale Several species of big wet animals gathered together in a undersea cave and grooving with a pc o la tesa Disco in sealand, efficace seppure un pò forzata nel contesto del disco a tema.
Nel mezzo gli episodi migliori e meno facilmente inquadrabili, come Wagroove, Hypnogroove e Deepland, capaci di conciliare al meglio rigide strutture ritmiche con larghe distese di suono; IDM, tracce di industrial, wave e glitch sparsi lungo gli oltre tre quarti d’ora di musica.
Nonostante non manchino diversi episodi interessanti e il bersaglio del concept venga colpito pressochè in pieno, l’utilizzo di forme e generi ormai più che abusati è impossibile da ignorare, e il disco, pur se piacevole e interessante, resta prescindibile.
Voto: 6
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Autore: alealeale82@yahoo.it