(Setola Di Maiale 2009)
Deaf Slug Md 16, è l’ennesimo progetto di Dominik
Gawara.
Semplicemente folle.
Contorto, sfuggente, laterale,
un salto nel vuoto senza rete di protezione ed una qualità
eccelsa che stantuffa incontenibile nelle vene.
Gawara è
tentacolare, Bianca Belmont, Gbur, Pentliczek,
Ffatso, Babelis Project, questo sfogo convulso ed
ipnotico, produzioni sempre sopra la media; sempre protese in
avanti.
Deaf Slug, è lavoro di basso (lo strumento, corde,
corpo, cavi e derive), torturato, stratificato e martellato.
Ed i
virtuosismi, son bocconi velenosi, azzannati e subito sputati da
Dominik.
“The Breach”, sono otto stordenti e giocose
costruzioni ardite, che si tramutano in gioco insolente, dove si
possono incontrare spunti/sputi industriali, bacchettate e ditate
gommose, che diresti Les Claypool alle prese con un brutto
atterraggio post qualcosa, l’incubo peggiore di ogni seguace di
Stanley Clarke, etnicismo zoppo, volontariamente asfaltato e
tragico spirito alla Residents.
I Cabaret Voltaire
di “Red Mecca” e “Three Mantras”, persi
nell’alcool alle prese con febbrili slanci zappiani, anche un
rigurgito di ballo alterato, a pompar sottopelle, ulteriori
tossine.
Dall’iniziale Bynthet, sino alla conclusiva
Cuttle-Fish, è un unico avanzare, caparbiamente
ipnotico, stordito e caracollante.
Che induce al sorriso, al
brivido; ed al plauso.
Registrato in una stanza, con la porta ben
chiusa.
Ora la porta è aperta, la stanza è vuota, e
Gawara è fuori in strada.
Statevi accorti e sostenetelo
apertamente nel suo folle intento.
Geniale ed ostica
devianza.
Santa Setola Di Maiale.
Voto: 4
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