Hermetic Brotherhood Of Luxor ‘Saint Lux’

(Trasponsonic 2009)

Rumore di scontro; fra terra e mare.
Continuo, implacabile, non
puoi farci un cazzo, solo pregare, che ti rimanga abbastanza terra,
da calpestare sotto i piedi.
Credevo avessero sputato fuori tutto
quel che potevano, con i precedenti “Umungus Fungus”,
“Urano 1” ed “Urano 3”.
Mi sbagliavo; di
grosso.
Era soltanto un carburare quello, splendido, scioccante,
ma soltanto un carburare.
“Saint Lux”, è titolo
perfetto.
Possiede qualità legate al sangue, ad una
fertilità pagana bruciante.
La cellula Hermetic
Brotherhood Of Luxor
è ben oltre la questione gusto.
Credi
forse, che la cagnetta Laika non abbia urlato all’interno dello
Sputnik?
“Saint Lux”, possiede sguardo, che ha a che
fare, con l’universo non funzionante di “Julien: Donkey-Boy”
e “Gummo”, con l’astinenza atroce ed inesplicabile di
“Taxi Blues”.
Spazzatura krauta, che rientra in fiamme
nell’orbita terrestre.
Ash Ra Tempel, Can e Amon
Düül
, non omaggiati, oltraggiati.
Da un’altra parte,
i Taj Mahal Travellers e gli Acid Mothers Temple, con
le palle di Kawabata Makoto strizzate sino a farne
poltiglia.
Post, come i Clock
Dva
di “White Souls In Black
Suits”.
Ed intanto continui a pregare, che la terra
non si ritragga ancora; sotto l’urto del mare.
Il bardo Cope,
e l’hard che sogna di fare, Neurons Firing, Stoned Metal
Morph
, Mikosteryon (quell’insistenza sfiancante, come
Broadrick nei Godflesh di “Pure” ),
selvaggio e bagnato.
Carne da macello che sceglie di puzzare
furiosamente.
Andrej Porcu, Antonov, Ersilio
Campostorto
, Ethan Varrs, Gabriel L.B., M.S.
Miroslaw
.
La sbronza al risveglio, ed il vero risveglio di Joe
Lon, in “La Fiera Dei Serpenti”, di Harry Crews.

Joe Lon prese la doppietta attaccata alla rastrelliera dietro la
sua testa, e con un unico movimento scese dal pick-up e aprì
nel torace nudo e pallido di Victor un buco grande come il pomello di
una porta. I cacciatori si bloccarono. Non si muoveva più
neanche una foglia. Joe Lon infilò un’altra cartuccia di
pallettoni doppio zero nel caricatore, lasciò scivolare l’arma
leggermente sulla destra, e fece esplodere l’espressione di orrore
stampata sulla faccia di Luther Peacock. Una donna implorò
qualcosa. Un bambino si mise a piangere. E Joe Lon avanzò
tranquillamente verso i cacciatori, mettendo il colpo in canna. Alzò
la doppietta, inquadrò Shep nel mirino, ma lo spostò su
Berenice. Le fece saltare il collo. Infilò un’altra cartuccia.
Non si era mai sentito cosi bene in vita sua

Che
dopo questo, tentassero di tagliargli via l’uccello, è cosa
naturale, ma non rilevante.
Da bestie bercianti, quali siamo.
Un
sibilo, imperfetto e traforante.
Con pochi eguali sul pianeta.

Voto: 9

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