(Favorite Gentlemen 2009)
Se per caso vi è capitato di ascoltare in giro I Can Feel A Hot One tratta da “Mean Everything To Nothing” dei Manchester Orchestra, non commettete l’errore di pensare che questo secondo album della band di Atlanta, GA, sia una raccolta di tenere ballate sulla falsariga di quello splendido pezzo.
Andy Hull (canto e chitarra), Jonathan Corley (basso), Jeremiah Edmond (batteria), Chris Freeman (tastiera) e Robert McDowell (chitarra) propongono, infatti, un indie-rock dall’impianto fortemente chitarristico, le cui fonti principali d’ispirazione sembrano essere i Foo Fighters ed i Weezer, con in aggiunta persino qualche inflessione emo. Il risultato di quest’alchimia sonora è a dir poco deludente. Della prima metà del disco si salva solo Pride, con il suo incedere lento e pesante. Le cose sembrano migliorare nella seconda metà dell’LP: dopo quel raggio di luce rappresentato da I Can Feel A Hot One, meritano di essere citate la discreta rock ballad My Friend Marcus e The River, che mescola una delicata melodia intonata dal pianoforte con un muro di chitarre possenti.
Insomma, davvero troppo poco perché se ne possa consigliare l’acquisto o anche solo l’ascolto.
Voto: 4
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