(Autoproduzione/Soundohm 2009)
L’estate può non esser, soltanto piacere.
Alle carezze
al cioccolato, i napoletani Le Mal d’Archive, sostituiscono i
silenzi delle case chiuse, il morso del sole sull’asfalto liquefatto,
ed un avanzare, passo dopo passo, costante e faticoso.
Due canzoni
esili, fascinose, e tre spine a scalfir la pelle.
Sedici minuti di
suono impalpabile ed elegante, che ingloba forma chanson,
frammentazione digitale ed elettroacustica.
Scarti improvvisi
dell’anima e graffi profondi.
Pasquale Napolitano, e Felice
Acierno, con il contributo di Sec_, Mario Gabola di
A Spirale, e Pier Giuseppe Mariconda, passeggiano lungo
territori difficili ed insidiosi.
Sensazione di tempo che si
dilata a dismisura, che si aggroviglia su se stesso, stridendo
ferocemente.
Canzoni, pure e semplici, che perdono la loro formula
originaria, e diventano navicella umorale.
Le Mal d’Archive,
pubblicano solamente ep, intrappolano attimi; istanti di
vertigine.
Lucidamente, assaporandone l’asprezza.
“La
Chanson De Mai”, è un perdersi, alle tre del pomeriggio,
nel bianco assoluto.
Ed è dolce, malinconica, faccenda.
Voto: 7
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