(Go Down/Audioglobe 2009)
Riescono a fondere diversi generi più o meno hard i salentini Muffx, che con questo esordio, sicuramente riusciranno a crearsi uno spazio nel mondo dell’indie-rock italiano e non solo. Questo quartetto, dopo essere stato undici giorni in studio di registrazione, con la produzione del batterista degli Ojm, Max Ear, ha dato alle stampe un lavoro ben riuscito.
Il quartetto, guidato da, cantante, chitarrista e tastierista Luigi Bruno, autore di tutti i brani riesce molto bene ad amalgamare i riff sabbatiani con lo stoner (As the foxes), che in pratica sta alla base di tutto il cd, ma anche con certo prog anni ’70, con i vocalizzi di Tankian dei System Of A Down e con il folk, grazie soprattutto all’utilizzo di un flauto(That’s life).
Chitarre abrasive e suoni spinosi si miscelano con ballate elettroacustiche da cantare davanti ad un falò. Curioso poi l’abbinamento tra l‘hard di matrice SOAD ed il tex mex di Like before, mentre in Voices si lasciano andare in un hard-blues-grunge coinvolgente.
Grazie ai Muffx l’hard italiano ha delle ottime chances, dato che non questi salentini, a differenza di molti altri gruppi non si limitano a scimmiottare i gruppi d’oltreoceano, ma riescono a comunicare qualcosa di loro.
Voto: 8
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