(Autoprodotto 2008)
Non fanno sconti questi cinque romani, con il loro hardcore new school, orientati verso la Scandinavia. Il loro sound, infatti, è a metà strada tra l’hardcore di marca newyorkese e quello di derivazione Breach.
Martellanti e frenetici, in ‘Arise morning’ si esprimono con otto brani, poco più di dieci minuti, dove non mancano gli accostamenti tra l’hardcore ed il grindcore, soprattutto nei trentanove secondi di Lady kamikaze, che fa addirittura tornare alla mente i fasti delle sperimentazioni hardcore di John Zorn con il progetto Naked city. Il gruppo capitolino si rende particolarmente intrigante in Sad kids like sick films, nella quale esplode dopo un momento di apparente calma. L’esplosione di rabbia ha un impatto devastante sull’ascoltatore.
‘Arise morning’ come tutti i migliori lavori del suo genere dura molto poco, ma vi assicuro che l’intensità con la quale i Last days of kamikaze si esprimono è totalizzante.
Voto: 7
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