Coincidenza ’17. Sui’


(Zufall3177/Art Errorist 2009)

Seconda uscita per la Zufall3177, label dedita a registrazioni in cui musicisti provenienti da vari ambiti ed esperienze si incontrano e cercano di raggiungere l’essenza della musica attraverso la casualità dell’improvvisazione. Dopo un primo lavoro in cui a riunirsi erano stati 24 artisti della scena romana, stavolta ad incontrarsi sono 11 musicisti di area tedesca, con nomi di spicco quali Jean-Hervè Peron (bassista dei Faust) e Mat Pogo (voce dei Jealousy Party). Un tourbillon che in cui la melodia si distrugge e tutto diventa energia, movimento continuo, disgregazione e riassemblaggio in forme nuove e inafferrabili.

Impossibile catalogare un disco in cui si susseguono pattern diversi che si sovrappongono, spariscono, si fondono e si intrecciano senza soluzione di continuità: free-jazz, noise, math e chi più ne ha più ne metta, in un dipinto dalle tinte forti come un quadro espressionista, ma brulicante di un vitalismo inafferrabile, in moto perpetuo.

Le voci gorgheggiano frasi senza senso o semplici vagiti demoniaci (parentesi: i giochi vocali di Agathe Gizard ricordano qualche passo di “miss OvoStefania Pedretti), la batteria rulla alla velocità della luce, gli archi stridono mefistofelici e suoni sintetici dall’oltretomba tratteggiano litanie oscure e blasfeme, ma quando si pensa di aver afferrato l’essenza della musica, ecco che essa si trasfigura in qualcosa di completamente altro da sé. Come una creatura dai mille volti dei quali ognuno dice qualcosa del suo essere ma nessuno è completo in assenza degli altri, un mosaico interminabile e infinito che sfugge alla nostra percezione perché è troppo per essa, troppo esteso, troppo imponente, troppo difficile da rinchiudere nei confini della ragione.

”17. Sui” ha in sé il tutto, la musica come buco nero che risucchia in sé la materia di cui esso stesso è fatto restituendo una massa informe fatta di schegge deformate in cui il suono è a malapena riconoscibile.

Troppo oltre, ai limiti della cacofonia, sembra di sguazzare nel brodo primordiale riuscendo a malapena a distinguere i diversi bocconi. D’avanguardia estrema, metterà a dura prova anche i meno legati al concetto di melodia.

Voto: 9

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