(Marinaio Gaio/Boring Machines/About a boy/Brigadisco/Stonature/Shipwreck/Untouchable Woman 2009)
Finisci il primo ascolto e hai già la certezza di aver goduto di uno dei migliori dischi italiani dell’anno, di quelli che solcano i tempi e lasciano il segno.
Dopo il già ottimo “Blue Revenge”, Marco Bernacchia (M.A.Z.C.A. e Gallina, solo per citare alcuni dei suoi trascorsi progetti) conferma quanto di buono aveva lasciato intravedere, allarga l’orizzonte, e raggiunge la maturità completa: “Minimal Love” è un Paese delle Meraviglie del Terzo Millennio sotto forma di trance folk ipnotica, in cui il tempo è scandito da chitarre che prima stendono tessuti di suono a trame larghe, poi li ricamano di arpeggi a orologeria; il rumore e i disturbi, mai sopra le righe o fini a se stessi, elementi portanti della struttura, e le percussioni di qualsiasi cosa circondi l’autore nel momento dell’esecuzione, fosse una batteria, una macchina da scrivere o le pareti della stanza. La materia e l’ambiente, coprotagoniste di Bernacchia nel progetto Above the Tree, tesi peraltro confermata da ogni suo live al quale capiti di assistere, dove ogni oggetto assume valenza di strumento musicale.
Bunny in love è semplicemente sublime, un carillon della mente; Ta-ta-ta-t, col suo bosco bucolico-digitale, è uno sputo a Giardini di Mirò e derivati di scarto, e qualche goccia arriva in faccia anche agli Hood, viva la blasfemia; Go Home, terzo capolavoro, è blues psichedelico dilatato, pura ipnosi, compenetrazione di presenza e assenza. A seguire il resto, tra cui l’incursione noise di 70% of hate, complemento naturale della 30% of love del capitolo precedente, e non solo nel titolo; i cori strampalati, le invasioni di far west e delle sagre di paese in Hallo winter e Altrimenti ci arrabbiamo; la malinconia di Gli oggetti e Silent song, ballad ideali in un mondo ideale.
Drake? Animal Collective? Flaming Lips? Forse. Certamente, Above the Tree.
Presenziano Michele Grossi, Mattia Coletti, Marco Cattaneo, Maurizio Gianotti, registrato in camera da letto.
Coproducono sette etichette alle quali vanno un applauso e un grazie per non aver relegato “Minimal Love” nell’ombra, cosa che sarebbe stata un crimine. Non ascoltarlo e non diffonderlo sono invece reati di complicità, nonchè quanto di peggio possiate fare a voi e ai vostri cari.
Voto: 9
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Autore: alealeale82@yahoo.it