( Jonny Axelssonn p r 2008)
Jonny Axelssonn non è un percussionista qualunque. Da solo riesce a farci sentire un’intera orchestra di percussioni. A beneficiarne sono tanto gli ascoltatori, quanto i compositori che affidano i loro brani alle sue sapienti mani. Tra questi c’è niente di meno che Kevin Volans, compositore sudafricano tra i più originali, nonché celebrati, del nostro tempo. I tre brani incisi in questo cd, prodotto dall’etichetta dello stesso Axelssonn, ci rivelano il lato più strutturalista e astratto di Volans. Soprattutto nei due brani degli anni Novanta, Asanga e Akrodha, egli non fa alcuna concessione di tipo melodico. Si tratta di brani rigorosi, dal profilo netto e nitido, e dalla marcata preponderanza dell’elemento ritmico. Quest’ultimo si fa sentire anche nell’altro brano di Volans qui eseguito, She who sleeps in a small blanket, ma in maniera più fluida e dialogante. Quando poi, verso la fine del brano, l’atmosfera da serrata si fa teneramente evocativa per effetto dell’improvvisa comparsa di fragili passaggi melodici eseguiti al vibrafono, sembra davvero di riascoltare il Volans dei primi quartetti d’archi, quelli che l’hanno consacrato a livello internazionale per la sua capacità, tra le altre, di sorprendere continuamente l’ascoltatore per via della giustapposizione di elementi all’apparenza eterogenei, ma che rivelano in realtà un senso e una coesione interna e profonda. Completa il cd Apollo’s Touch di Rodney Sharman. Questo brano, la cui staticità apparente e lievemente malinconica ricorda da vicino la poetica del compositore americano David Lang, ci dà modo di apprezzare un’altra delle qualità di Axelsson, vale a dire la sua abilità nel lavorare sulle nuances, sulle sfumature, sul colore strumentale. Nel complesso, si tratta di un cd stimolante e piacevole, al quale speriamo ne seguano degli altri per la neonata etichetta di Jonny Axelssonn.
Voto: 8
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