(La Tempesta Records 2009)
Ormai è cosa certa: Il Teatro Degli Orrori è uno degli act più interessanti del rock contemporaneo – e non solo italiano. Se il precedente “L’Impero Delle Tenebre” (2007) era stato uno splendido biglietto da visita, questo secondo lavoro degli ex One Dimensional Man Pierpaolo Capovilla (voce), Francesco Valente (batteria) e Giulio Bavero (basso e chitarra) con Gionata Mirai (chitarra e voce dei Super Elastic Bubble Plastic), conferma il talento e l’originalità della formazione nostrana.
Il disco propone la consueta mescolanza di furia hardcore, grunge e noise, ma ne attenua forse un po’ l’impeto, concentrandosi su soluzioni un tantino più melodiche (senza tuttavia dimenticare di incanalare il tutto in strutture particolarmente articolate), mentre i testi mescolano splendidamente critica socio-politica e riflessioni sul tempo che scorre inesorabile e l’amore che, altrettanto inesorabilmente, finisce .
Le vette dell’album sono Io Ti Aspetto (la più malinconica del lotto), Due (il primo singolo, dal buon airplay ma non per questo banale), Direzioni Diverse (una – per loro – insolita ballata electro), Padre Nostro, Majakovskij (con il testo che è una personale rilettura da parte di Capovilla di “All’amato me stesso” del grande poeta russo), Alt! (un pezzo di cui il CCCP Giovanni Lindo Ferretti sarebbe stato fiero) e Die Zeit (una lenta e decadente meditazione di quasi undici minuti tra CSI e Massimo Volume).
Ancora un altro centro, insomma, per Capovilla e co. Nella top ten dei dischi dell’anno.
Voto: 8
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