(Cold Blue Music 2009)
La prima parola che mi viene in mente per descrivere le musiche di questo cd è: ambient. Tutte e quattro le composizioni qui contenute, realizzate dal compositore canadese John Luther Adams, presentano infatti le caratteristiche tipicamente associate a questo genere, di fatto inventato da Brian Eno nei primi anni Settanta: staticità, estrema lentezza, rarefazione, assenza di eventi musicali particolarmente significativi, economia dei mezzi, mancanza di una struttura narrativa. Si tratta di brani che potrebbero essere già iniziati, e che potrebbero anche non concludersi; non c’è un inizio, non c’è una fine (teoricamente), e non c’è nemmeno un intreccio interno, un sentiero che ci conduca da qualche parte, una trama. Piuttosto, vi è un tappeto uniforme di suoni elettronici che viene turbato qua e là, lievemente, da minuscoli e delicati eventi sonori. Piccoli disturbi apparentemente insignificanti, ma che in realtà ci aiutano a mantenere desta l’attenzione. Da ascoltare di notte, da soli, preferibilmente con la cuffia, quando il sonno non ha ancora bussato alla nostra porta.
Voto: 6
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