(III Records 2009)
Il precedente “Redux”, ci aveva gonfiato a livello
fisico, dall’interno.
“Lunar Surphase”, da una parte
ci liscia il pelo, dall’altra ci fotte con guanti in lattice
monouso.
“Redux” era, atonale, folle, gas intestinale
in libera uscita creativa, surreale, zappiano, avant, ipnotico;
patologico.
Questo, continua il gioco della libera uscita su scale
da scapicollo, ma, prova a farci muovere il culo, fra scherzetti
ritmici da videogame e schitarrate più decise.
Alla
bisogna, incubi etnici a profusione.
Ogogo, sono: il
chitarrista russo steso al sole della California Igor Grigoriev,
il trombonista Rodney Oakes e il trombettista e flautista
Andrew Solovyov.
L’elettronica deforma tutto, il Dalì
dell’ultimo istante avrebbe apprezzato.
Amanda Lear,
avrebbe ballato volentieri questi brani, con soltanto una pelliccia
indosso.
Figo vero?
In questa occasione, Igor tien stretto il
timone fra le mani, ed affiorano demoni e befane da non
dire.
Semplicemente fra le musiche più folli del mondo.
E
fra le più ostiche.
Rilascia una certa dipendenza stordita
e sorridente.
E lascia una frattura, che non credo, il silenzio
possa lenire.
Prog oltre lo spasmo, le convulsioni son un
piacere.
Assolutamente artistici, assolutamente onesti, oltre ogni
compromesso.
Un tour de force, in funzione random, che include
ogni mio / nostro / vostro incubo.
Se ne esce malconci e
sorridenti, e vien voglia quasi d’inserire un altro gettone sulla
giostra.
Devo bere di più…..
Come per “Redux”:
Statevi
di molto, ma di molto accorti, nell’acquisto.
Voto: 5
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