Aglaia ‘Three Organic Experiences’

(Hic Sunt Leones 2003)

Aglaia era il nome col quale i Romani designavano una delle tre Grazie, le tre divinità della bellezza già vive nella mitologia greca col nome di Cariti. E infatti è di un’aurea oscuramente divina che si copre la dilatata proposta musicale del duo composto da Gino Fioravanti e Gianluigi Toso.

Uscito quasi 6 anni fa, questo lavoro diviso in tre tracce piuttosto omogenee tra di loro, all’insegna di sensazioni ambientali liquide e informi, come un fluido sibillino ma raggelato che avvolge e ammalia a sé come il canto sinistramente irresistibile di una sirena più che di una Grazia. Una musica gelida, cristallina, con sonorità molto anni ’80, nella quale ci si avventura in punta di piedi come nell’esplorazione di una grotta buia ma nella quale man mano si materializzano fantasmi informi e sfuggenti. Così il passo non può che essere lento e felpato, con gli occhi chiusi e le orecchie ben tese a cogliere ogni minima variazione nella nebulosa vibrante che avvolge il cammino.

Piacevole viaggio all’inizio, ma la sua fissità alla lunga stanca e sfuma nel nulla. Un labirinto notturno dal quale non si può uscire. Incompiuto.

Voto: 6

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