(Ark Recordings 2009)
Prendete Neil Young e il roots rock americano fine anni ’60 inizio ’70, mescolatelo con l’epica indie di gruppi come gli ultimi Kings Of Leon ed aggiungetevi un pizzico di psichedelia acida ed otterrete “Broken Side Of Time”, full lenght di debutto degli Alberta Cross. Direte: dov’è la novità? Risposta: non c’è. Ma il tutto funziona egregiamente.
Petter Ericson Stakee (chitarra e voce) e Terry Wolfers (bassista), londinesi ora di stanza a New York e colonna portante della band (che comprende anche John Alexsander Ericson all’organo e Seb Sternberg alla batteria), hanno infatti confezionato dodici tracce dal forte impatto sonoro, caratterizzate da un piglio che declina il verbo country-blues-rock in chiave moderna, rifuggendo dalla tentazione del semplice revival. Ed il giochino diverte, come dimostrano Song Three Blues, ATX (uno degli highlights del disco), Old Man Chicago (che tradisce l’influenza di Dylan), la title-track (la più dura del lotto), Rise From The Shadows (esplicita confessione delle tensioni psichedeliche del gruppo), The Thief & The Heartbreaker (che, più di Song Three Blues, è influenzata dal sound di gente come Young o gli Allman Brothers Band) e Ghost Of City Life (una splendida ballad in 3/4).
È vero che non ci troviamo di fronte alla novità dell’anno; tuttavia, “Broken Side Of Time” è un ottimo disco, che lascia ben sperare per il futuro dei quattro inglesi.
Voto: 7
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