(Emi 2009)
Con la sua miscela di blues, soul, funk, rock e folk, Ben Harper si è imposto come uno dei musicisti più interessanti degli ultimi quindici anni, grazie soprattutto ad album del calibro di “Welcome To The Cruel World” (l’esordio del 1994), “Fight For Your Mind” (1995) e il più recente “Lifeline” (2007), accompagnati da altri episodi di sicuro valore.
“White Lies For Dark Time”, ultima uscita del nostro per la EMI, è un album un po’ atipico per il chitarrista afroamericano. Meno ballad, meno soul e più rock. Il risultato è comunque convincente. Number With No Name è un robusto blues elettrico impreziosito da azzeccati interventi di chitarra slide, Shimmer And Shine affida l’attacco ad un solo di batteria per poi sfoderare un bruciante riff hard, Lay There & Hate Me è un funk-rock in cui Harper si lancia in uno splendido assolo di chitarra wah-wah, Why Must You Always Dress In Black è un boogie scatenato à la ZZ Top, Keep It Together (So I Can Fall Apart), nel suo mescolare soul e rock, si rifà invece a Lenny Kravitz (altro bel solo di chitarra). C’è persino spazio per la psichedelia: Boots Like This è un fantastico hard blues lisergico, dall’andamento ipnotico, che sta tra Jimi Hendrix ed i Led Zeppelin. Altri bei momenti sono il blues rock di The World Suicide e il soul morbido di Faithfully Remain.
In conclusione, “White Lies For Dark Time” è un gran bel disco, dal sound compatto, vibrante, intenso e passionale – merito questo non solo di Harper, ma anche dei Rentless7 (Jason Mozersky alla chitarra, Jesse Ingalls al basso e Jordan Richardson alla batteria) e della co-produzione di Danny Kalb. Insomma, una bella lezione di rock come non se ne ascoltano (quasi) più.
Voto: 8
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