Right In Sight ‘Bloodstained Hands’


(Hot Steel 2009)

Fiamme. Tormento. Violenza. E tanto sangue. Quattro parole per descrivere il mondo degli eporediesi (eh eh, finalmente ho potuto scriverlo da qualche parte! È il nome degli abitanti di Ivrea) Right In Sight, giunti al terzo album e devoti del mondo metal-hardcore più orrorifico che ci sia, con cantato growl e una possanza a dir poco inquietante. Brani brevi (solo un paio delle 13 tracce superano i 3 minuti) che travolgo l’ascoltatore più sprovveduto come un treno in piena faccia, con rari squarci luminosi in un tessuto generalmente tetro e oppresso. Il metal e nu-metal degli anni ’90, gli Husker Du e i Linea 77 più duri sono i riferimenti che saltano all’orecchio nel corso dell’ascolto, ma con una tendenza più smaccata al rumorismo e una ricerca della melodia non dico accantonata ma di certo messa da parte.

Tra le tracce più riuscite sicuramente l’iniziale Hematic Plot For a Hyperemic Apocalypse, traccia d’apertura che si dipana per quasi 6 minuti di singulti bestiali su un letto di vibrazioni e feedback quasi ambientali, che ricorda le atmosfere di Nice To Know You degli Incubus trasformata in un inno luciferino a-là Ovo. Situazione da brividi, che si ripete in Winter Blume, popolata di urla malate di bimbi, sospiri affannosi e una voce oscura che recita una raggelante litania del male. Molto accattivante per la cura della sezione ritmica quasi mathcore (cosa che accomuna peraltro molte canzoni del disco) anche Tragic As Therapy, con tanto di cantato recitato nella seconda parte, e ovviamente la stravolta cover dei Depeche Mode Enjoy The Silence, piegata alla volontà di violenza e rabbiosità dei piemontesi.

Disco sopra la media dei prodotti in circolazione, dimostrazione che, alla terza prova, i quattro hanno trovato la quadratura del cerchio. Consigliato a chi ama i generi più hard, potrebbe sorprendervi se gliene date l’opportunità.

Voto: 7

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