In uscita: Maurizio Ternavasio ‘Il Grande Fred! Fred Buscaglione una vita in musica’ Click Per Infos.
3 febbraio 1960, all’alba. Le strade della capitale, in quella maledetta alba di metà inverno, erano pressoché deserte. D’altronde alle sei e venti di un mercoledì qualsiasi i più sono ancora a letto o, al massimo, si stanno pigramente preparando per la giornata che va a cominciare. A quell’ora invece Fred, il grande Fred, stava apprestandosi ad andare a dormire dopo una delle tante notti che non arrivavano mai alla fine, divenute ancora più frequenti da quando si era separato dalla moglie Fatima, e aveva lasciato definitivamente la sua Torino per stabilirsi in una camera doppia al secondo piano dell’Hotel Rivoli, ai Parioli, dove viveva solo come un cane…
«Noi di Torino sembriamo scemi, invece abbiamo uno che canta lo swing; sembriamo provinciali, mentre abbiamo uno che è stato in America quando neanche sapevate che esistesse; sembriamo andare piano, invece ci schiantiamo all’alba su una Thunderbird rosa. Roma la possediamo di notte con le nostre auto, sembriamo niente, sembriamo provinciali invece abbiamo avuto un Buscaglione.» Gianpaolo Ormezzano
La straordinaria (e breve) avventura di Fred Buscaglione, vera e propria icona del decennio ’50: dall’infanzia contraddistinta dagli stenti alle esibizioni in orchestre di terz’ordine, dalla guerra in Sardegna alle serate presso il locale torinese «Il Faro», dai primi timidi successi all’entrata nell’olimpo degli artisti che rimarranno per sempre nell’immaginario collettivo, e non soltanto perché colti dalla morte in giovane età, grazie alla radio, ai juke-box, al cinema.
La storia di un vero e proprio precursore della musica leggera italiana sia per quanto riguarda l’interpretazione – non più statica presenza scenica analoga a quella di mille altri – sia per i testi innovativi e lontani dal troppo rassicurante panorama canzonettistico sin lì imperante.
Le vicende umane e professionali di un talentuoso e carismatico showman capace di promuovere imitazioni e modi di fare, di un eclettico protagonista che «ragionava in note», perché per lui la musica veniva prima di qualsiasi altra cosa.
Il tutto raccontato e analizzato anche grazie alle testimonianze di chi, quel decennio, lo ha visto e vissuto di persona.
A 50 anni dalla prematura scomparsa di un grande talento della musica italiana
le EDIZIONI LINDAU presentano
IL GRANDE FRED
Fred Buscaglione, una vita in musica
di
Maurizio Ternavasio
Prefazione di Gian Paolo Ormezzano
Introduzione di Leo Chiosso
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Edizioni Lindau | «Le comete» | pp. 160 | euro 10,33 | ISBN 9788871802268
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IN LIBRERIA
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Buscaglione è stato un personaggio indimenticabile. La sua musica e la sua maschera si sono fissate per sempre nella storia dello spettacolo italiano. Le sue canzoni hanno lasciato una traccia indelebile nel costume e nella cultura popolare del nostro Paese e attraverso la sua vicenda artistica rivive l’Italia che si era appena lasciata alle spalle la guerra e gli anni più difficili e si apprestava a compiere il grande balzo in avanti verso il benessere e la modernità.
Quegli anni costituiscono una miniera di bei ricordi e di grandi personalità, ancora oggi vivi nell’immaginario di molti italiani.
Mancava una biografia accurata del «grande Fred», capace di ricostruirne, sin nei dettagli più minuti, la parabola umana e artistica. Attraverso ricerche e testimonianze inedite Ternavasio traccia un ritratto di Buscaglione ricco e sfaccettato, in grado di restituire al meglio la grandezza di un artista indimenticabile, per molti versi unico nella storia della musica popolare italiana.
Questa biografia è un’occasione preziosa e unica per rivivere l’esistenza e i successi di un artista la cui lezione – ironica, provocatoria, surreale – risuona ancora nelle voci di tanti cantautori.
L’autore
Maurizio Ternavasio, nato a Torino nel 1961, giornalista pubblicista, lavora al quotidiano «La Stampa». Tra le sue numerose pubblicazioni, ricordiamo il volume Carlo Mollino. La biografia (Lindau 2008) e Felice Casorati. La biografia (Lindau 2009).
Dal libro
3 febbraio 1960, all’alba.
Le strade della capitale, in quella maledetta alba di metà inverno, erano pressoché deserte. D’altronde alle sei e venti di un mercoledì qualsiasi i più sono ancora a letto o, al massimo, si stanno pigramente preparando per la giornata che va a cominciare. A quell’ora invece Fred, il grande Fred, stava apprestandosi ad andare a dormire dopo una delle tante notti che non arrivavano mai alla fine, divenute ancora più frequenti da quando si era separato dalla moglie Fatima, e aveva lasciato definitivamente la sua Torino per stabilirsi in una camera doppia al secondo piano dell’Hotel Rivoli, ai Parioli, dove viveva solo come un cane.
«Che notte, che notte quella notte! / Se ci penso mi sento le ossa rotte», si potrebbe dire, parafrasando una delle sue più celebri canzoni, di quell’ultima, maledetta e interminabile serata. Dopo aver cenato con un gruppo di amici alla Taverna degli Artisti di via Margutta, il trentottenne cantante torinese s’intrattenne prima con un agente teatrale e poi con Mina – l’astro nascente di Sanremo, che insieme agli Hippy Boys aveva inciso nel ’58 il primo disco con il nome di Baby Gate. Quindi fece un salto alla Rupe Tarpea, famoso night-club dei paraggi, per un rendez-vous con i componenti dell’orchestra diretta dal pianista Paolo Zavallone; con loro si recò poco dopo nella trattoria notturna del Terminal dell’Aeritalia, in via Giolitti, dove venne avvicinato da Hanna Rasmussen, una giovane molto bella che faceva parte della comitiva, la quale lo aveva non poco corteggiato.
Stavano quasi per scoccare le sei, quando Buscaglione uscì in compagnia di due orchestrali ai quali aveva offerto un passaggio verso il loro albergo, nelle vicinanze di piazza Barberini. Intanto aveva deciso che, nonostante fosse già giorno da un pezzo, si sarebbe riposato almeno per qualche ora. In tarda mattinata, infatti, avrebbe dovuto recarsi prima a Castelfusano, per girare le scene finali di A qualcuno piace Fred, il film che sarebbe uscito nelle sale dopo la sua morte con il ben più rassicurante titolo di Noi duri (1959, di Camillo Mastrocinque). Quindi sarebbe andato all’Istituto Luce, dove era atteso per provare il doppiaggio di alcuni cortometraggi pubblicitari di una birra (a fianco di Anita Ekberg) e dello sciroppo Fabbri, e infine a Cinecittà, per visionare alcuni spezzoni di un’altra pellicola cui aveva recentemente preso parte.
Ma, si sa, qualche volta all’alba giungono a termine le storie d’amore e spesso svaniscono i miti. Non per nulla Buscaglione si era ispirato proprio alle primissime ore della mattina per una strofa di Cielo dei bars, una delle sue ultime, struggenti melodie: «Ci vediamo al fondo di un bicchiere / fino a quando l’alba in cielo tornerà / e nell’alba disperata / sarà triste rincasare / per attendere la notte / e poterti ritrovare / al fondo di un bicchiere / nel cielo dei bars».
Indice dell’opera
5 Prefazione
di Gian Paolo Ormezzano
9 Introduzione
di Leo Chiosso
IL GRANDE FRED
13 All’improvviso l’addio
1. 3 febbraio 1960, all’alba
2. Le esequie
21 La fanciullezza e i primi passi nel mondo della musica
1. La famiglia e gli studi
2. La Torino di quegli anni
3. Il periodo del Conservatorio, i piccoli lavoretti e le prime orchestre
31 La dura gavetta tra i pionieri del jazz
1. La musica a Torino tra le due guerre
2. Il jazz dell’Hot Club
3. L’incontro con Leo Chiosso
4. Uno dei tanti in tante orchestre
47 In guerra
1. La campagna di Sardegna
2. Il quintetto Aster
51 La grande semina e l’amore
1. La musica nell’immediato dopoguerra e la formazione d’esordio degli Asternovas
2. I primi concerti e la sfortunata tournée con l’orchestra di Pippo Barzizza
3. In giro per l’Europa
4. L’incontro con Fatima l’acrobata
5. Leo e Fred definitivamente insieme
67 I primi raccolti e il matrimonio
1. La seconda formazione degli Asternovas e il Festival di Sanremo
2. Berto il fratello bello
3. Le sale da ballo torinesi e le innumerevoli serate al Faro
4. Tchumbala-Bey!
5. Il matrimonio e quello strano modo di scrivere canzoni
93 Verso il successo
1. La formazione definitiva degli Asternovas
2. L’America di Chiosso
3. Le tournée all’estero, gli appuntamenti fissi in Italia e le prime incisioni
4. La voce fuori dal coro di un personaggio innovativo a tutti i costi
5. Il contratto-capestro e la rivincita del juke-box
123 Tutto in due anni
1. Fred, la radio e la Tv: all’improvviso il successo
2. I problemi con Fatima e la separazione
3. Il grande boom e la nascita della canzone d’autore
4. Fred e il cinema
5. Il genere slow e la svolta romantica
6. L’imminente riappacificazione con Fatima e la pianola maledetta
APPENDICI
151 Le canzoni
154 I film
155 Nota bibliografica