(Mercury 2009)
Non ci sono vie di mezzo: gli U2 o li si ama o li si odia. A seconda che apparteniate alla categoria dei fan o dei detrattori, il loro sound epico e ricco di pathos e l’attivismo politico che da sempre hanno contraddistinto la carriera del quartetto irlandese potranno sembrarvi la quintessenza del rock o la sua più pomposa caricatura. Al di là dei giudizi di valore, è comunque innegabile che Paul “Bono Vox” Hewson, David “The Edge” Evans, Larry Mullen ed Adam Clayton abbiano segnato la storia del rock: dischi come “Boy” (1980), “War” (1983), “Unforgettable Fire” (1984) ed il superclassico “The Joshua Three” (1987) hanno influenzato profondamente decine e decine di band.
Dopo “How To Dismantle An Atomic Bomb” (2004), lavoro che ci aveva lasciato entusiasti, i quattro ragazzi di Dublino ritornano sulle scene con “No Line On The Horizon”, lavoro in verità assai deludente. Nonostante una coppia di produttori coi fiocchi (Eno – Lanois), in grado di “vestire” le dodici tracce dell’album di un sound corposo e compatto, con arrangiamenti anche intriganti, qui a latitare sono proprio le canzoni, quelle che avevano reso grande “How To Dismantle An Atomic Bomb”. Il gospel di Moment Of Surrender e la corale Unknown Caller nelle intenzioni dovrebbero far commuovere anche i sassi, ma finiscono col non lasciare traccia. Lo stesso vale per le più dimesse White As Snow e Cedars Of Lebanon, altre due ballad poco incisive. Meglio fanno i quattro nei momenti più rock: Magnificent, I’ll Go Crazy If I Don’t Go Crazy Tonight, Get On Your Boots e la funkeggiante Stand Up Comedy sono ottimi pezzi, dominati dal superbo lavoro di The Edge (ma anche Bono è in ottima forma), uno dei chitarristi più importanti degli ultimi vent’anni.
Questo, però, non basta a riscattare il disco dalla sua mediocrità. Peccato.
Voto: 5
Link correlati:U2 Home Page