(Uk Division Records/Extreme Agency/Andromeda Distribuzioni 2009)
A quanto pare il titolo di quest’album non è casuale, anche se il senso ‘letterale’ è alquanto sfuggente. La realtà per i pugliesi Adimiron si è davvero svegliata, o meglio, ha mostrato il suo lato non esattamente positivo quando con il fallimento della loro precedente etichetta, i nostri sono stati costretti a reinventarsi una buona parte della line-up e a muoversi a Roma, da Brindisi.
La mossa a quanto pare ha portato dei buoni frutti, confesso di non aver ascoltato nulla dei precedenti lavori, ma il livello tecnico degli Adimiron attuali è sicuramente più che apprezzabile. I nostri ci propongono un thrash molto tecnico e pieno di influenze interessanti, da Nevermore, Fear Factory e così via.
Con la buona produzione a supporto del disco, la band attacca subito con i primi due pezzi Desperates e Wrong Side of the Town (sic), due attacchi thrash puri senza pietà, non proprio originalissimi ma sicuramente diretti e ben suonati. Le cose si fanno decisamente interessanti a metà album, con la più melodica Choice for a Mask, sicuramente un pezzo notevole che dimostra anche le buone qualità vocali del nuovo cantante Andrea Spinelli.
Pezzo da ascoltare si rivela anche la cover dei Prodigy, Spitfire, una scelta sicuramente atipica per una band metal che gli Adimiron passano a pieni voti, trasformando l’originale in una metallata gustosa e ritmata.
Si continua poi con la piacevole strumentale che dà il titolo all’album che abbandona completamente il campo metal per qualcosa di più rock, e poi ancora con la complessa Still Winter Within, un momento davvero apprezzabile di metal che fonde progressive, thrash e rock pesante in un insieme compatto. L’album perde giusto qualche colpo con le battuti finali di Flag of Sinners che non propone alcuna nuova idea ma sembra solo una sorta di sunto approssimativo di quanto appena ascoltato.
Però qualcosa non va. Chiamatemi pure rompipalle, ma in un album di tale qualità, trovarmi dei testi scritti in un inglese approssimativo stona proprio. Sì, perché oltre alle tematiche non esattamente originali, troviamo pure fraseggi tipo ‘Welcome to all leaded by your faults’ o ‘never hided thanks their victims’ o ancora il capolavoro googliano ‘nothing of things that we need’. Insomma, bisognerà assolutamente dare un nuovo corso anche alle liriche in futuro.
Buona prova dei pugliesi Adimiron in questo secondo album che li scopre band maturata e pronta ad affrontare una realtà sicuramente più positiva di prima.
Voto: 7
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