(Olivia Records 2009)
Il trio pugliese dei Vegetable G probabilmente si troverebbe molto a suo agio con i colleghi americani del collettivo Elephant 6. Sì, perché il sound indie/elettro/soft raggiunto dai tre in ‘Calvino’ sembra esattamente il fulcro di quelle esperienze indie anni ’90 a là All Natural Lemon & Lime Flavors diluite in passaggi essenziali di non più di centoottanta secondi.
Il disco si ispira a ‘Le Cosmocomiche’ di Italo Calvino, ma alla fine all’ascoltatore poco gliene tange, visto che per ben fruire del risultato non si richiede certo il ripescaggio di memorie liceali o il doversi documentare ulteriormente (poi sia mai che un album musicale richieda tale sforzo eh…).
Melodie anni sessanta vengono coperte da soffici strati di cialdine sintetizzate, di organi dolcini che vi faranno venire il diabete, di chitarre acide ma non troppo; per fortuna, i Grandaddy si son sciolti e non credo siano interessanti a riavere il sintetizzatore dell’iniziale Arcade Lovers.
Nei dodici pezzi, il trio si muove sgusciando tra citazionismo (l’inno mameliano in American Lessons), voglie di spazio a là Duca Bianco, nenie con sottofondo di archi e violini (Saucerman); insomma Calvino è una sorta di lungo dizionario musicale di cui facilmente godere. Spesso però, la sensazione è che la band non sia molto di più di una somma di parti e di ambienti, una crosta dolciosa di cioccolato sotto la quale non troviamo niente di particolarmente sostanzioso. Probabilmente avrebbe aiutato un esperimento più coraggioso, una diluzione sonica estrema, ogni singolo morso di una manciata di secondi senza tendere a niente di più.
In ogni caso, ‘Calvino’ non è certo da prendere sotto gamba, anzi, è un lavoro che remunera l’ascolto ripetuto e attento e riesce a mettere al loro posto anche realtà ben più affermate che ultimamente girano a vuoto.
Nel disco ci mette lo zampino anche Enzo Moretto degli A Toys Orchestra, altro riferimento italiano sicuramente attinente ai Vegetable, con cori e chitarra.
Voto: 7
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