Tom Ford ‘A single man’

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di Marco Loprete

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Diciamoci la verità: probabilmente nessuno avrebbe scommesso un euro sull’esordio registico di Tom Ford. E invece lo stilista americano ha stupito tutti con questa trasposizione cinematografica di “A single man” (1964), capolavoro dello scrittore inglese Christopher Isherwood, recentemente edito in Italia da Adelphi. L’ultima giornata di vita del professor George Falconer, rimasto solo dopo la morte dell’amato compagno Jim, è raccontata con una notevole padronanza di linguaggio, tanto da far pensare al lavoro di un regista già affermato piuttosto che di un esordiente.

Il film tradisce un approccio decisamente estetizzante. L’eleganza che Ford mette in ogni inquadratura ha del maniacale, così come la cura del dettaglio. La raffinatissima colonna sonora (praticamente onnipresente) e l’uso magnificamente espressivo del colori, con i gesti quotidiani di Falconer dipinti in tonalità livide che acquistano calore non appena il protagonista stabilisce una sorta di contatto “spirituale” con gli altri e dunque con quella meravigliosa e terribile energia che è la Vita, sono alcuni dei tratti distintivi dello stile di Ford.

Rispetto al libro alcune differenze ci sono: nel romanzo di Isherwood, il protagonista non pianifica il proprio suicidio ed il rapporto con il giovane studente è decisamente più ambiguo – per non parlare del finale, una tragica beffa che, tuttavia, rafforza la morale del film: anche una cosa per certi versi orribile e crudele come la vita possiede la sua disarmante bellezza.

“A single man”, insomma, non è semplicemente una tragica storia d’amore (omosessuale): è anche (e  forse soprattutto) un film sul dramma di un uomo costretto a fingere di essere ciò che non è (memorabile il monologo sulle minoranze “invisibili” che il protagonista pronuncia al cospetto di un gruppo di sbigottiti studenti), sull’incomunicabilità e l’ambiguità della percezione. Da applausi la performance di Colin Firth (una Coppa Volpi meritatissima) e della sempre splendida Julianne Moore. Gran film, insomma.

 

Tom Ford ‘A single man’ (2009)