(Noble 2009)
Terzo album per il giovane Kashiwa Daisuke, tra i nuovi esponenti della scena elettronica giapponese. “5 Dec.”, licenziato dalla Noble, è un disco dalla notevole varietà, caratterizzato da alcuni ottimi momenti che riescono a far dimenticare l’adozione di qualche cliché proprio del genere che pure è presente.
Si comincia con la rarefatta e sospesa, Red Moon. La melodia, intonata da poche note di pianoforte e corredata da un elettronica placida (che, tuttavia, non rinuncia a qualche piccola increspatura del tessuto sonoro), tradisce le influenze classiche di Daisuke. La successiva Requiem è invece un cut ’n’ paste dalla furia hardcore. Bogus Music (uno degli highlights del disco) è giocata su beat hip-hop cui si affiancano di tanto in tanto chitarre hard-rock, il tutto coronato da vocals manipolate elettronicamente fino a comporre un flusso glaciale di parole. Il breakbeat a tratti violentissimo di Taurus Prelude fa da apripista alla techno-oriented Black Lie, White Lie, in cui l’uso di campioni di chitarre hard tradisce di nuovo un approccio sempre aggressivo. Silver Moon (altro capolavoro del disco) è uno spezzatino schizofrenico e balbettante, lungo oltre otto minuti, a base di beat elettronici e melodie pianistiche. Broken Device, con la sua melodia pianistica rarefatta, si ricollega all’incipit dell’album. Decisamente più interessante About Moonlight, arrangiata per pianoforte martellante, beat frantumati e violino classicheggiante. E mentre Aqua Regia, nonostante la ritmica fulmicotonica, offre anche qualche (stupenda) apertura melodica affidata al piano, in Beautiful Sunday la barbarie è totale: orrende deflagrazioni industriali sfociano in una cacofonia post-atomica che è un autentico assalto ai timpani e al sistema nervoso dell’ascoltatore.
Arrangiamenti geniali ed eclettismo compositivo sono i punti di forza di “5 Dec.”, che conferma Daisuke come uno dei più promettenti musicisti elettronici odierni.
Voto: 7
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