(Monotreme Records/Goodfellas Distribuzioni 2009)
A mò di film Pixar andato a male, i torinesi N.A.M.B. ci presentano la loro versione dell’apocalisse e del robottino lasciato solo soletto su un pianeta pieno di rifiuti e robaccia di ogni tipo. Il tutto sarebbe accompagnato da un booklet di cento pagine di disegni illustrativi delle avventure di ‘B.m.a.n.’, che purtroppo non ci è pervenuto.
Abbiamo quindi solo la musica, e per questa bisogna dire che la band ne mette proprio tanta di carne al fuoco, tant’è che ogni tanto potrà capitare di dimenticarsi chi si stia ascoltando di preciso. Dal funk rock acido al falsetto di TV Invasion, a momenti più industriali come T.C.3, a chitarre acustiche che flirtano con sintetizzatori strizzati qui e lì come in Bye Bye Sides (a mò di Grandaddy, se questi avessero mai dimorato in Inghilterra), la creatività, fortunatamente, non manca mai.
Però, come spesso accade ai concept album, il nesso di ‘B.m.a.n.’ si smarrisce nei settanta lunghi minuti dell’album, perso in un limbo senza molto mordente o melodia. L’album riesce ad animarsi e acquistare una personalità ben definita solo passata una buona metà, dopo di che di momenti memorabili ne troviamo diversi (tipo l’aggressivaWork It Out e la successiva Serrato che quasi rimanda eco stoner rock), anche se l’impressione che resta nell’ascoltatore è di isolamento nella marea di tentativi.
La produzione pure non aiuta molto i nostri, spesso soffocando la melodia o smarrendo la voce, magari anche volutamente ma di sicuro non permettendo all’ascoltatore in nessun modo di entrare nella tematica o di godersi minimamente quel che sta succedendo, eccetto nell’apprezzare i beat elettronici.
Insomma, i N.A.M.B. suonano sicuramente come una band dai grandi numeri, devono semplicemente decidere quel qualcosa in cui cimentarsi e raffinare le proprie armi, senza sparacchiare a caso come succede spesso nella loro ultima fatica.
Voto: 7
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