(Nemu 2009)
Qualcosa che non ti aspetti.
Il chitarrista Juozas Milasius,
proviene dalla scena baltica.
Fumo che s’alza tutt’intorno.
Poche
notizie a suo riguardo in giro.
Ci affidiamo unicamente
all’ascolto di questo “Slow”.
Intensissimo.
Emozionante.
Un
sottile alito; di soffusa malinconia.
Languore
primordiale.
Chitarra ed un’impercettibile computer,
null’altro.
Nove languidi brani.
Una direzione, un’altra,
un’altra, tutto eguale, persi in nessun posto.
Il “Dead Man”
di Neil Young, la stretta al cuore di Loren Connors, le
ascese di Roy Montgomery.
Tremolanti filamenti blues;
intricati e dolenti.
Un sottile e pungente aroma di legna
bruciata, ad impregnar i vestiti.
Inebriante.
Voto: 8
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