(El Gallo Rojo 2009)
Dinamismo ed eleganza.
Questo, quello che offre il quartetto
Tirodarco.
Dimitri Sillato al violino, Achille
Succi al clarinetto, Salvatore Maiore al violoncello,
Roberto Bartoli al double bass.
Agilità ed eleganza
appunto.
Ed un suono caldo, fortemente emozionale, anche nella sua
apparente classicità.
Spesso son soluzioni quasi da groppo
in gola, dove le suggestioni son esposte lucidamente, senza forzature
cervellotiche e zone d’ombra.
Composizioni che si avvicendano in
maniera fluida e naturale.
L’iniziale, intensa e cinematografica
Marì.
Masnada,
dolente klezmer.
Krk,
altri materiali buoni da usare in un film; di quelli da riveder
spesso.
Sa Pippia,
possiede qualcosa che ha a che fare con il ricominciare.
Un
ricordo doloroso e la gioia del presente.
Concordu,
colori accesi che si spengono di fronte l’arrivo dell’autunno.
Line
Out, l’esplorazione del
territorio circostante, a cavallo di un giro quasi blues.
P.P.P.,
è amore; o qualcosa di terribilmente vicino a questo
sentimento.
Come tornare a casa dopo il primo bacio, i piedi che
non vorrebbero più percorrere la strada verso il proprio
rifugio; ma esser altrove.
Con qualcun altro.
Mariachi sullo
sfondo.
Hora, passi
avvitati che si stoppano sovrappensiero.
Cradle Song,
passeggiare sotto una pioggia sferzante.
Atteggiamento
cameristico, passi gitani, brividi blues, sferzate impro, umori
etnici sottopelle.
Praticamente, non un brano inutile.
L’avessero
composto ed eseguito all’estero, sarebbero fioccati complimenti a non
finire e chissà cos’altro.
Son italiani, ed incidono pure
per El Gallo Rojo!
Orrore!
Francamente, per chi non ha
dimestichezza di genere, questo lavoro potrebbe rappresentare un
bello scivolo, verso altre piacevolezze assortite.
Per tutti gli
altri.
Semplicemente un gran disco.
Voto: 8
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